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Delitto di Garlasco, il DNA riapre il caso dopo 18 anni

Tracce sotto le unghie della vittima, Chiara Poggi, spingono la Procura di Pavia ad indagare su Andrea Sempio, amico del fratello della ragazza - Per l’omicidio, il fidanzato Alberto Stasi fu condannato a 16 anni

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Delitto di Garlasco, c'è un nuovo indagato

Telegiornale 11.03.2025, 20:00

Di: Telegiornale/Ansa/Spi 

A 18 anni dal delitto di Garlasco, e dopo la condanna definitiva a 16 anni di Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi, si riapre uno dei casi più mediatizzati della cronaca nera italiana. La procura di Pavia, sulla base di nuovi esami forensi, ha infatti avviato una nuova inchiesta con indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. L’accusa è concorso in omicidio con Stasi (in quanto unico condannato) o con persona rimasta ignota.

La svolta è arrivata grazie a nuove tecniche di analisi del DNA ritrovato sulle unghie della 26enne, rinvenuta morta il 13 agosto 2007, con numerose ferite provocate da un oggetto mai identificato. A lanciare l’allarme fu lo stesso Stasi, che disse di aver trovato il cadavere della fidanzata in fondo a una scala nella villetta dove la ragazza viveva coi genitori.

Sempio era già stato indagato anni fa, ma le accuse contro di lui erano state archiviate nel 2017. Nella giornata di domani, mercoledì, il 37enne dovrà presentarsi dal nucleo della scientifica dei carabinieri di Milano per eseguire nuovi accertamenti.

A riaprire la vicenda è stata l’avvocata Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, la quale ha affidato a un laboratorio di genetica di fama internazionale, con sede fuori dall’Italia, il compito di analizzare nuovamente i reperti biologici, i quali hanno dato esito positivo.

Il caso Garlasco ha avuto grande rilevanza mediatica. All’omicidio sono stati dedicati numerosi servizi tv, reportage giornalistici e persino un docufilm. Durante il lungo iter giudiziario non sono mancate decisioni contrastanti, tra condanne e assoluzioni di Stasi nei vari gradi di giudizio, fino alla condanna definitiva a 16 anni emessa nel dicembre 2016 dalla Cassazione. Stasi ha oggi 41 anni, di cui una decina trascorsi in carcere.

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