"La Francia ha agito in maniera corretta". Così ha sentenziato oggi, giovedì, la Corte europea dei diritti umani pronunciandosi sul caso di una donna che era stata licenziata dal suo datore di lavoro siccome si era rifiutata di togliere il velo. I fatti risalgono al 2000, quando il dirigente delle risorse umane dell’ospedale pubblico di Nanterre aveva comunicato a Christiane Ebrahimian che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato proprio perché aveva continuato a indossare il copricapo, nonostante il divieto (diversi pazienti si erano lamentati).
Nella sentenza, i giudici hanno affermato che “l'obbligo di neutralità imposto agli impiegati pubblici può essere considerato come giustificato nel suo principio” e che le restrizioni imposte trovano il loro fondamento nel principio di laicità dello Stato francese.
AFP/AlesS