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Duterte come Trump

Controverso e inarrestabile, il candidato favorito per le presidenziali in programma nelle Filippine

  • 9 maggio 2016, 08:19
  • 7 giugno 2023, 19:50

I pareri dei giovani filippini sul discusso candidato - di Loretta Dalpozzo

rsi 09.05.2016, 08:00

Un sindaco popolare, senza peli sulla lingua, che ama le donne, le armi e non lo nasconde. Rodrigo Duterte, 71 anni, è l’uomo che, con il pugno di ferro, ha saputo ripulire una delle città più violente delle Filippine, Davao, dalla droga e dalla criminalita’. È anche il candidato alle presidenziali di cui tutti parlano (si vota oggi, lunedì, ndr) che suscita preoccupazione ed entusiasmo allo stesso tempo.

Tanti sono i paragoni con il candidato repubblicano alle elezioni americane Donald Trump. I suoi detrattori avvertono, come succede negli Stati Uniti, che non si tratta di uno spettacolo televisivo e nemmeno di uno scherzo; fermarlo è stata per settimane una priorità, senza esito.

Duterte è in testa a tutti i sondaggi ed ha saputo attrarre le simpatie degli elettori di ogni classe sociale. Potrebbe essere proprio lui a far transitare una delle più dinamiche democrazie della regione verso una nuova era. Uno scenario impensabile qualche mese fa, proprio come nel caso di Donald Trump.

Come il candidato repubblicano alla Casa Bianca, non esita ad usare parole forti, a scioccare: candidato di uno dei paesi con la più alta popolazione di cattolici, ha insultato il Papa, ha scherzato su una missionaria australiana stuprata ed uccisa e rifiuta le critiche dei gruppi in difesa dei diritti umani, che lo accusano di aver ordinato centinaia di omicidi extragiudiziali.

In un paese ossessionato dalle personalità c’è chi teme che con Duterte il paese ribiomberà nella dittatura, eppure giovani e meno giovani insistono a dire che il Paese ha bisogno di un leader forte per accelerare le riforme.

Benigno Aquino, il presidente uscente, riceve complimenti all’estero per l’economia che cresce del 6%, ma per gli elettori è un leader debole, che non ha avuto un impatto là dove serviva, tra i poveri per esempio, un quarto della popolazione. Votare per la continuità, dicono alcuni riferendosi al candidato Mar Roxas, ex ministro degli interni, significa votare per chi agisce poco.

Anche nelle Filippine è una donna a dare del filo da torcere a Duterte. Grace Poe, seconda nei sondaggi, figlia di un famoso attore, è per molti un’alternativa meno controversa, anche se non convince la sua poca esperienza.

I sostenitori di Duterte sono convinti che vincerà con una maggioranza schiacciante e qualsiasi altro risultato solleverà dubbi di frode …

Loretta Dalpozzo

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