Studenti e docenti in Ecuador sono scesi in piazza, nella capitale Quito e in altre città, contro la decisione del Governo di decurtare del 10% il bilancio dell’educazione pubblica. All’università Centrale studiano 40'000 ragazzi provenienti da tutto il Paese. L’educazione, dicono, è un diritto e non può essere un privilegio. Una protesta fatta tenendo le dovute distanze, nella consapevolezza che la difesa della salute (ai tempi del coronavirus) e dell’educazione vanno di pari passo.
"Stanno licenziando molti docenti", spiega un manifestante all'agenzia AFP, "l’educazione così diventa sempre più precaria". Noi come studenti abbiamo il dovere di difendere la nostra università, lo faremo con tutte le forze”.
“I medici, i radiologi, le infermiere che stanno sacrificando in alcuni casi la loro vita per salvare la nostra gente hanno studiato nell’università pubblica", sottolinea poi Juan Borja, del Sindacato docenti universitari, "per questo non possiamo cedere". “Ci vogliono ignoranti, sottomessi, non possiamo permettere questo”, aggiunge un altro manifestante.
Mentre si continua a lottare contro il virus, gli studenti promettono di mantenere ad oltranza la loro mobilitazione, fino a quando il Governo non farà dietrofront.