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El Paso e Dayton contro Trump

Il presidente americano arriva in visita nelle due città sconvolte dalle stragi di massa del weekend ma la sua presenza non riscuote consensi

  • 7 agosto 2019, 08:51
  • Ieri, 21:30
01:45

Notiziario 06.00 del 07.08.2019

RSI Info 07.08.2019, 08:44

  • Reuters
Di: AFP/Reuters/ANSA/EnCa 

Donald Trump si appresta a visitare i luoghi delle stragi del fine settimana che hanno provocato 31 morti e a El Paso e Dayton si prepara la protesta dopo che in molti hanno chiesto al presidente statunitense di rinunciare alla visita. “Non è il benvenuto”, è la parola d'ordine dei gruppi che si apprestano a contestare l'arrivo del presidente americano, la cui retorica incendiaria e anti-immigrati è considerata, soprattutto ad El Paso, in parte responsabile del massacro di sabato che ha colpito soprattutto la comunità ispanica e messicana.

Dalla radio

  • RG 08.00 del 07.08.2019 La corrispondenza di Emiliano Bos

    RSI Info 07.08.2019, 10:08

  • RG 07.00 del 07.08.2019 L'intervista di Emiliano Bos a David Stout, membro della giunta della contea

    RSI Info 07.08.2019, 09:28

E il sindaco della città texana al confine con il Messico, Dee Margo, ha messo in guardia Trump dall’invocare la sua politica della tolleranza zero al confine: “Non permetteremo a nessuno di dipingere la nostra città in maniera non coerente con la nostra storia e i nostri valori”. Dal canto suo il candidato democratico alla Casa Bianca Beto O'Rourke, cittadino di El Paso, ha affermato che “dopo la tragedia di sabato il presidente non dovrebbe venire qui”.

Ma anche la prima cittadina di Dayton, in Ohio, Nan Whaley, non ha avuto parole tenere, incoraggiando tutte le persone che vogliono a protestare contro la visita dell’inquilino della Casa Bianca a farlo e dicendosi delusa dalle parole di Donald Trump dopo le stragi del weekend.

Intanto, trasversalmente in tutta la nazione, cresce il consenso a un divieto della vendita ai civili delle armi da guerra e in particolare dei fucili d'assalto semiautomatici. A invocare la stretta molti dei candidati democratici alla Casa Bianca, come Joe Biden e Pete Buttigieg. Ma anche tra le fila dei repubblicani al Congresso qualcuno comincia a sfilarsi dalla morsa della potente lobby delle armi, la National Rifle Association (NRA).

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