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Georgia ombelico d'America

Il futuro di Biden (e Trump) nella corsa al Senato nello stato del sud

  • 6 dicembre 2020, 17:19
  • 22 novembre, 18:01
00:07

Atlanta, da graffiti a skyline

RSI 06.12.2020, 17:11

L’ultimo comizio da Presidente o il primo da sconfitto? Donald Trump non ha dubbi e la tribuna elettorale della Georgia, in vista del ballottaggio del Senato a gennaio, è il suo pulpito per ripetere la retorica della vittoria rubata sebbene anche qui pure un secondo riconteggio abbia confermato la vittoria di Joe Biden per oltre 12’500 voti e con la certificazione della California è ormai assodato che il candidato democratico sarà il quarantesimo presidente superando la soglia del 270 grandi elettori.

Stop the Steal

Stop the Steal

  • mh

"Hello Georgia, ha esordito Trump, sapete che abbiamo vinto, vero?”. “Avessi perso, ha continuato, sarei stato un buon perdente, avrei ammesso la sconfitta e mi sarei ritirato in Florida, me la sarei presa con comodo... ma non puoi accettare che ti rubino e trucchino un’elezione!”, mentre la platea alternava i cori “fermate il furto” e “lottate con Trump”.

Valdosta folks

Valdosta folks

  • mh

Lasciata la clausura rancorosa alla Casa Bianca, il presidente in carica ha scelto la Georgia per la sua prima uscita lontano dalla capitale dopo il voto del 3 novembre e le numerosi certificazioni di sconfitta. Qui, in Georgia, il 5 gennaio, si terrà il ballottaggio per i due seggi al Senato del “Peach State” da cui dipenderà la possibilità di Joe Biden di poter incidere con riforme e progetti legislative. Se i Repubblicani dovessero perdere la maggioranza perderebbero il loro potere negoziale.

Senato 2021

Senato 2021

  • grafica RSI

È dal 2000 che i Repubblicani occupano entrambi i posti al Senato. Il tre novembre nessun candidato ha raggiunto la soglia del 50 per cento dei voti per questo il 5 gennaio i cittadini della Georgia sono chiamati a esprimersi nuovamente. In lizza vi sono i due uscenti, David Perdue e Kelly Loeffler, subentrata un anno fa, contro il giovane Jon Ossoff e il reverendo Raphael Warnock.

Valdosta shop

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  • mh

Il timore del “Great Old Party” è che dopo la storica sconfitta alla Presidenziali – era dal 1992 che la Georgia non votava il candidato democratico – anche la corsa alla camera alta possa finire in disfatta. Tanto più che al sentir ripetere che le elezioni sono state un raggiro, molti cittadini potrebbero starsene a casa il giorno del voto. “È quello che mi hanno detto molti amici, confida una simpatizzante in attesa della navetta verso il comizio, ma io andrò comunque!”.

Valdosta Line

Valdosta Line

  • mh

Per assistere al comizio sono venuti in molti dalla vicina Georgia, Joshua Sapienza abbozza un paio di parole in italiano e mostra l’adesivo “Italians for Trump”. Ha fatto 500 miglia per arrivare e dice che “non importa il partito, se un'elezione è truccata bisogna reagire. Ecco perché siamo qui”. Tra i molti che si accalcano per raggiungere l’aerodromo dove si tiene quello che la campagna presidenziale ha chiamato “Comizio della vittoria” (!) si coglie il solito entusiasmo che si respira agli eventi del Presidente, ma pure una certa insofferenza e un po’ di rabbia per come è andato il voto di novembre: “I Democratici ce l’hanno rubata, ce l’ha rubata Obama, e Biden sostenuto da tutti gli altri. Se non li smascheriamo non ci sarà mai più un Presidente repubblicano”. “Da patrioti andremo a votare, e se ci saranno brogli li piglieremo e vinceremo ugualmente”, rincara una signora con un cappello da cowboy a stelle e strisce”.

Valdosta car

Valdosta car

  • mh

In questa contea rurale del sud, Trump ha vinto con il 55 per cento dei suffragi, ma se si va verso i centri urbani del nord l’esito cambia. L'agglomerato di Atlanta, dove il 54 percento della popolazione è afroamericano, ha ribaltato il risultato finale. Al mercato municipale di buon mattino vi sono già molte persone, perlopiù nere, e interrogate sul voto nessuno ha dubbi. “Trump ha causato troppi problemi, ha voluto il riconteggio, e non è cambiato nulla. Ha perso e basta. Che se ne torni da dove e venuto”. “Trump è Trump, pensa solo a lui, non alle persone della Georgia, ma noi siamo cambiati” aggiunge un altro cliente.

Municipal market

Municipal market

  • mh

Dalle elezioni di “Mid Term”, nel 2018, in Georgia si sono registrati per votare ben 800’000 cittadini che prima di quest’anno non avevano mai esercitato il loro diritto. A Marietta, a nord di Atlanta, abbiamo incontrato Eugénie originaria del Gabon che nonostante il maltempo ha deciso di fare campagna porta a porta per i democratici. “Gli afroamericani hanno finalmente capito, ci confessa in modo accorato, dopo tutte le violenze e le ingiustizie subite bisogna reagire e il miglior di modo di farlo è votare, per questo mi sono impegnata in questa campagna”.

Eugenie Obonne

Eugenie Obonne

  • mh

Madido sotto la pioggia troviamo Joe Louis (“proprio come il pugile”, sorride). È un sindacalista in pensione. È arrivato domenica scorsa dalla California a bordo del suo furgone con la scritta “Biden Harris” per fare campagna per la corsa al Senato. Oltre quattromila chilometri per sostenere la causa democratica. “Se il Senato rimane in mano ai repubblicani, spiega, la vittoria di Biden rimarrà una vittoria a metà”. In Georgia, aggiunge, l’interrogativo è “chi ha votato Biden in Georgia, ci tiene a che venga messo in atto il suo programma o voleva solo sbarazzarsi di Trump?

Joe Louis Wildman

Joe Louis Wildman

  • mh

La governabilità del Paese, il raggio di azione del suo futuro Presidente, l’eredità ingombrante del non domo Donald Trump e uno stato, la Georgia, che sta mutando come stanno cambiano gli Stati Uniti. Per questo gli occhi di tutti sono concentrati sul ballottaggio al Senato del 5 gennaio, per questo la Georgia è diventata l’ombelico d’America.

Massimiliano Herber

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