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Flora Monti, la partigiana bambina

Nel giorno della Liberazione, la testimonianza della donna che, a 12 anni, è stata la staffetta partigiana più giovane d’Italia

  • Oggi, 19:09
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Italia: l'anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo

SEIDISERA 25.04.2025, 18:00

Di: Anna Valenti/RSI Info 

Flora Monti è nata il 15 novembre 1931 a Monterenzio, paese montano della provincia di Bologna. Troppo piccola per avere memoria diretta del fascismo, ma conosceva la violenza di cui erano capaci le camicie nere. Le storie gliele raccontava il nonno, la sera, davanti al fuoco. I fascisti lo hanno massacrato di botte, poi costretto a camminare scalzo sui ricci di castagna secchi. Il dolore se l’è portato dietro per un anno. Sia lui sia il papà di Flora non volevano prendere la tessera fascista. Erano contadini, di sinistra. 

La storia tra Flora e la lotta per la Liberazione inizia l’8 settembre 1943. Quando fuori da casa sua si accamparono decine di giovani. Erano militari sbandati, che si rifiutarono di combattere al fianco di fascisti e nazisti, che avevano appena dato vita alla repubblica di Salò.  

La famiglia Monti li sfama, li veste mettendo a disposizione i vestiti dei due figli maschi in guerra. La prima forma di resistenza è stata già anche nasconderli e sfamarli, bruciare le divise militari, controllando che nella cenere non restassero fibbie o bottoni. In caso che i nazifascisti fossero venuti a controllare non ci doveva essere alcuna traccia di loro.

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Flora Monti si racconta

RSI Info 25.04.2025, 17:42

Da lì a poco si creano le brigate partigiane: il capo della 66.ma brigata Garibaldi Jacchia chiede a Flora di diventare una staffetta di collegamento. Aveva solo 12 anni. Dice sì per convinzione e non per incoscienza: sapeva che se scoperta, rischiava la morte. La mamma le nascondeva i bigliettini nelle lunghe trecce. Se la fermavano aveva sempre una scusa pronta: “Sono andata a comprare i sigari per il nonno”, oppure “ero nel bosco a cercar funghi”.

Faceva su e giù per i monti, tra sentieri di boschi che conosceva a memoria. Ma ci fu un giorno che sfiorò la morte: stava salendo in montagna per consegnare il bigliettino nascosto nella scarpa. Tre soldati, due SS e un fascista, sbucano all’improvviso e la fermano. La fanno spogliare: via la giacca, rompono la fodera, via i vestiti, guardano nelle mutandine. E infine la richiesta: togli le scarpe. Il pensiero va subito a Edera de Giovanni, anche lei staffetta, fermata col fidanzato dopo una soffiata e uccisa senza pietà malgrado i suoi 20 anni. Toglie la destra, poi la sinistra, dove era il bigliettino. Prendono in mano la scarpa, la guardano, non trovano nulla. Sospiro di sollievo: il bigliettino era tanto compresso in fondo allo stivaletto che non si era mosso. Flora continua la sua missione, fa la staffetta fino all’arrivo degli alleati, che sfollano i civili e li portano a Cinecittà a Roma. Le condizioni di vita in quell’immenso campo profughi non sono le migliori. Ma è lì, mentre pulisce l’ufficio del Maresciallo ascoltando la radio che apprende la notizia delle notizie: la Guerra è finita. Corre ad avvertire tutti, piena di gioia.

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Il certificato partigiano di Flora Monti

  • RSI

Il suo ruolo di staffetta le è riconosciuto da un certificato scritto a macchina che le è stato dato, ma se la burocrazia conosce il suo status di partigiana, non è lo stesso per la collettività. Come molte donne anche la sua storia è caduta nel dimenticatoio.

La prima medaglia le viene appuntata al petto a fine anni ’70. Flora sta per andare in pensione, non trova il certificato partigiano che le avrebbe consentito di avere una rendita più alta. Chiede un duplicato, quando lo va a ritirare il Maresciallo competente le rende omaggio. Schiera gli agenti uno in fila all’altro e dice “questa signora è la staffetta partigiana più giovane d’Italia” e le appunta la medaglia.

Flora non ha mai smesso di lottare, ha partecipato a ogni manifestazione per i diritti dei lavoratori, per l’aborto, il divorzio, il diritto di voto. Pensare all’oggi la strugge: non solo perché in molti non vanno più a votare, ma a causa delle molte guerre che tornate a insanguinare il mondo. Piange quando ci pensa.

Ascolta le parole di Flora nella testimonianza di SEIDISERA

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La Medaglia della Liberazione conferita a Flora Monti nel 2016

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