L'incontro tra talebani e la diplomazia svizzera è entrato nel vivo a Ginevra. Giovedì mattina la delegazione è stata ricevuta da alcuni rappresentanti della direzione dello sviluppo e della cooperazione del dipartimento degli affari esteri.
Intanto la presenza degli estremisti islamici è vissuta come un affronto dalla diaspora afghana. Un gruppo di donne provenienti dal paese asiatico ha infatti manifestato la propria disapprovazione. Lo hanno fatto in silenzio con i nomi e i volti dei militanti spariti dall'arrivo dei talebani al potere in Afghanistan
“Siamo venute per sapere perché sono arrivati i talebani a Ginevra, - racconta Chabnam Janussi – la Svizzera ci ha delusi, non capiamo perché sono stati invitati, avrebbero potuti andare a negoziare sul posto, ci sono già molte persone predisposte per la difesa dei diritti degli uomini e delle donne e delle minoranze”
Ad invitare in Svizzera i nuovi padroni dell’Afghanistan è stata la ONG Ginevra Call che dialoga con tutti i gruppi armati riconosciuti e no dalla comunità internazionale. Garantire la sicurezza della popolazione e degli operatori umanitari sul campo per aiutare i milioni di bisognosi è lo scopo per cui l’organizzazione avrebbe già ricevuto garanzie
“Quello che vogliono in cambio è essere riconosciuti come governo ufficiale del paese ma su questo noi non c’entriamo, - Alain Délétroz direttore ONG Ginevra Call - siamo un’organizzazione strettamente umanitaria e questa è una decisione solo politica. Su questo siamo stati molto chiari con loro prima del loro arrivo a Ginevra che noi non possiamo parlare di questo”.