Nuovo duro colpo sferrato in Italia alla ‘ndrangheta e al traffico internazionale di droga. Una vasta operazione, riferiscono oggi, giovedì, le autorità, ha portato all’arresto di 36 persone implicate a vario titolo nella gestione nel porto calabrese di Gioia Tauro di un traffico internazionale di stupefacenti. Nei loro confronti si ipotizza anche l’aggravante delle modalità mafiose, dato che a fare da regista nella compravendita di droga – essenzialmente cocaina – c’è infatti la mafia calabrese, che da anni ha stretto contatti con i maggiori cartelli del Centro e Sudamerica.
Nell’ambito dell’inchiesta, sono state anche sequestrate quattro tonnellate di polvere bianca, il cui valore al dettaglio sulle piazze di spaccio avrebbe raggiunto gli 800 milioni di euro.
La “nuova rotta del Mediterraneo”
La rilevanza nel traffico internazionale di cocaina del porto di Gioia Tauro, uno dei principali scali marittimi europei, è cresciuta molto negli ultimi anni. Un incremento che ha portato le autorità antidroga italiane a parlare di “una nuova rotta del Mediterraneo”, riferendosi a ingenti partite di droga che – nascoste tra le merci delle navi porta container – dal Sudamerica fanno tappa in Calabria per poi dirigersi nel resto d’Europa.
A Gioia Tauro, nel 2021 sono state sequestrate 13 tonnellate di cocaina, mentre altre 11 sono state confiscate nei soli primi sei mesi del 2022. La cifra era stata anticipata a giugno alla RSI dalla Guardia di finanza:
Le nuove rotte della cocaina da Gioia Tauro al resto d'Europa
Telegiornale 11.07.2022, 20:00
Arrestato anche un funzionario delle dogane
Fra le persone finite oggi in manette, compare anche un funzionario dell’Agenzia delle dogane, che in passato ha collaborato con la guardia di finanza nelle moltissime operazioni antidroga messe a segno nel perimetro dello scalo. Un arresto che lascia supporre come cosche e trafficanti abbiano finora potuto contare su loro uomini di fiducia all’interno del porto. L’operazione resa nota in mattinata ha infine portato al sequestro di beni e immobili per un valore di sette milioni di euro, compreso l’intero patrimonio aziendale di due imprese attive nel settore dei trasporti.
Oltre a Reggio Calabria, l’operazione ha interessato anche le province di Milano, Roma, Napoli, Bari, Terni, Vicenza e Novara, si legge nella nota diramata dalla guardia di finanza.