Durante la notte tra sabato e domenica l’Iran ha scagliato in diverse ondate un ampio attacco missilistico contro Israele in segno di rappresaglia per il bombardamento mortale che, due settimane fa, ha colpito la sua ambasciata in Siria.
Secondo le Forze di Difesa israeliane sono stati effettuati “oltre 200 diversi attacchi – effettuati con droni, missili da crociera e balistici – la gran parte dei quali sono stati intercettati”. Rispetto alla dimensione dell’attacco, i danni sono stati “relativamente limitati”, secondo quanto affermato da due funzionari statunitensi citati dal New York Times. Un minore è stato gravemente ferito, riferiscono testate locali.
Israele è ancora in stato di massima allerta. E sta valutando la situazione: “Abbiamo approvato piani operativi per azioni offensive e difensive” ha detto Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano, in un discorso televisivo. Un alto funzionario statunitense ha dichiarato che gli Stati Uniti non parteciperanno a eventuali rappresaglie israeliane contro l’Iran.
Teheran ha rivendicato la legittimità dell’attacco appellandosi al diritto internazionale: “È una risposta all’aggressione del regime sionista contro la nostra sede diplomatica a Damasco”. Su richiesta di Israele, domenica si è riunito d’emergenza il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il segretario generale ONU Antonio Guterres ha sottolineato la “necessità” di “prevenire un’ulteriore escalation”: “Né la regione né il mondo possono permettersi altre guerre”.
RG delle 00.00 del 14.04.2024 - Il commento di Michele Giorgio
RSI Info 14.04.2024, 00:15
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