L’Iran, durante la notte tra sabato e domenica, ha scagliato, in diverse ondate, un ampio attacco missilistico contro Israele in segno di rappresaglia per il bombardamento mortale che, due settimane fa, ha colpito la sua ambasciata in Siria.
L’ultimo sciame di missili iraniani ha tentato di fare breccia nella contraerea israeliana intorno alle due di notte ora locale (una in Svizzera). Nella conferenza stampa seguita poco dopo l’ultima offensiva, il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Daniel Hagari ha riferito di “oltre 200 diversi attacchi – effettuati con droni, missili da crociera e balistici -, la gran parte dei quali sono stati intercettati”. Le valutazioni iniziali indicano che i danni a Israele sono stati relativamente limitati, considerata l’entità dell’attacco dell’Iran. Lo affermano due funzionari americani, citati dal New York Times. Un minore è stato gravemente ferito; lo riferisce il quotidiano israeliano Israel Hayom.
Secondo diverse agenzie, all’attacco avrebbero partecipato anche le forze Houthi e le milizie di Hezbollah. Per rispondere alla vasta offensiva balistica, l’aviazione britannica, quella statunitense sono decollate in difesa d’Israele ed hanno contribuito nell’abbattimento di alcuni droni, e sembrerebbe che agli abbattimenti abbiano partecipato anche le forze giordane. Attorno alle quattro di mattina ora locale (le tre in Svizzera) l’esercito d’Israele ha rassicurato i cittadini, comunicando che l’attacco era per il momento concluso.
Mentre i missili raggiungevano Israele, in molti si sono riversati per le strade di Teheran per esprimere il loro appoggio all’operazione lanciata dalla Repubblica islamica, issando bandiere nazionali e inneggiando al governo.
Manifestanti in piazza a Teheran festeggiano per l'attacco iraniano contro Israele
Le vie della diplomazia
Terminato l’assalto, la missione israeliana all’ONU ha convocato a gran voce una riunione d’emergenza del Consiglio delle Nazioni Unite. La presidenza, la missione maltese, ha risposto pochi minuti dopo confermando l’incontro per il pomeriggio di domenica.
Anche la missione iraniana si è rivolta la notte alle Nazioni Unite, ricordando l’attacco alla sua ambasciata in Siria che ha portato alla morte di sette ufficiali: tre di loro erano comandanti di alto livello del Corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica. L’Iran ha subito attribuito il bombardamento a Israele. L’attacco è “una risposta all’aggressione del regime sionista contro la nostra sede diplomatica a Damasco”, si legge nel tweet della rappresentanza iraniana. Un tweet che intima gli Stati Uniti a “non intromettersi: è una questione tra l’Iran e Israele”. In caso contrario, ha avvertito il Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica in una dichiarazione, “la nostra risposta sarà feroce”.
La risposta internazionale
La comunità internazionale ha condannato con fermezza l’attacco iraniano: attraverso ministri e diplomatici, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Italia hanno espresso vicinanza e supporto a Israele. L’Unione europea, con un tweet di Josep Borell, ha biasimato energicamente l’aggressione. Anche il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato l’attacco iraniano dicendosi seriamente preoccupato per il rischio d’escalation che incombe ora sulla regione.
Di fronte ai bombardamenti, il presidente statunitense Joe Biden ha deciso di convocare domenica i capi di governo dei Paesi membri del G7 “per coordinare una risposta diplomatica unitaria allo sfacciato attacco dell’Iran” contro Israele. Lo ha dichiarato l’inquilino della Casa bianca in un comunicato, nel quale ha ribadito “l’incrollabile sostegno dell’America alla sicurezza dello Stato ebraico”.
Malgrado il dichiarato supporto, gli Stati Uniti hanno sottolineato chiaramente che non intendono sostenere un eventuale contrattacco di Israele con l’Iran. È quanto detto dal presidente americano al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante un colloquio telefonico avvenuto poco dopo l’attacco; lo riferisce Axios. Le forze statunitensi, ha chiarito Biden, non parteciperanno a nessuna operazione contro Teheran e non sosterranno nessuna mossa in questo senso.
Medio Oriente: off-limits per il traffico aereo
Il traffico aereo in Medio Oriente durante la notte
L’aggressione ha perturbato e continua a perturbare l’aviazione civile in Medio Oriente. Secondo il profilo Flightradar 24, specializzato nel tracciamento in tempo reale del traffico aereo, i cieli di Iran, Giordania, Iraq, Libano e Israele sono ancora chiusi alle compagnie internazionali.
L’attacco ha pure costretto diverse agenzie aeree a deviare le proprie tratte. Dopo aver sospeso momentaneamente i voli da e per Tel Aviv, Swiss ha deciso di evitare “lo spazio aereo iraniano, iracheno e israeliano”. Lo ha riferito nella notte su domenica la compagnia attraverso un comunicato. Di conseguenza, continua Swiss, i voli da Dehli e Singapore per Zurigo effettueranno percorsi più lunghi, arrivando a destinazione con diverse ore di ritardo. “Siamo in costante contatto con i piloti di tutti gli aerei in volo e supportiamo continuamente gli equipaggi fornendo loro informazioni”.