Un attacco contro il complesso che ospita i servizi consolari dell’ambasciata iraniana a Damasco ha fatto almeno cinque morti, tra cui probabilmente il leader dei Pasdaran Mohammad Reza Zahedi, esponente di spicco dei guardiani della rivoluzione in Siria e Libano.
Intervistato dalla TV del suo paese davanti al palazzo distrutto, l’ambasciatore di Teheran nella capitale siriana, Hossein Akbari - rimasto illeso - ha parlato di almeno cinque morti e di un attacco condotto da Israele con sei missili lanciati da caccia F-35. “La nostra risposta sarà dura” ha detto il diplomatico. Altre fonti parlano di almeno otto morti, ma il bilancio è provvisorio.
Il ministro degli esteri iraniano Amirabdollahian ha definito l’attacco una violazione di tutte le norme internazionali sulle sedi diplomatiche ed ha chiesto una risposta seria da parte della comunità internazionale.
Tra i primi a reagire, la Russia ha condannato in serata un ’attacco definito “inaccettabile” ed ha accusato Israele di esserne responsabile. Mosca è da lungo tempo tra i principali sostenitori del governo di Bashar al-Assad ed ha ottime relazioni con l’Iran, da cui riceve anche droni e altro armamento per la guerra in Ucraina. L’Iran per queste forniture è stato sanzionato da diversi paesi occidentali, tra cui la Svizzera.
Nessuna dichiarazione al momento da parte di Israele, che raramente ammette la propria responsabilità per questi raid, ma in passato ha detto di voler colpire basi di gruppi che combattono contro Israele, come Hezbollah, e i loro sostentori iraniani.
Un raid su Damasco nello scorso dicembre ha ucciso un alto graduato dei Pasdaran in Siria, Seyed Razi Mousavi. In gennaio un attacco analogo su un altro edificio ha ucciso almeno cinque consiglieri militari iraniani. La scorsa settimana è stata colpita la provincia di Deir-ez-Zor, nella Siria orientale, al confine con l’Iraq, ed è stato ucciso un altro consigliere.
Israele vuole oscurare Al-Jazeera
Il Parlamento israeliano ha approvato una legge che permette di chiudere un’emittente televisiva straniera se questa danneggia la sicurezza dello Stato. Il provvedimento appare pensato soprattutto contro la televisione satellitare del Qatar Al Jazeera. Soddisfatto del voto, il ministro delle comunicazioni Shlomo Karhi ha detto che “non ci sarà libertà di parola per il portavoce di Hamas in Israele”.
La legge autorizza il ministro stesso a ordinare ai distributori di cessare la trasmissione del canale, permette la chiusura degli uffici israeliani del canale, la confisca delle apparecchiature e l’oscuramento del sito Web per 45 giorni. Il provvedimento è rinnovabile.
La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha definito preoccupante la mossa israeliana “se le notizie sono fondate”. La portavoce ha anche detto che gli USA chiederanno più informazioni a Israele sui copri ritrovati all’ospedale di Al-Shifa, nella striscia di Gaza, dopo il ritiro dell’esercito israeliano.