La testimonianza da dentro la Striscia

Gaza, “la situazione è drammatica, qui scarseggia tutto”

Le parole di Alessandro Migliorati, responsabile logistico per Emergency: “Prezzi delle materie prime alle stelle. Non arrivano aiuti, ma noi continuiamo a operare”

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Gaza City, dopo un bombardamenti israeliano

  • Keystone
Di: Modem/ludoC 

“La situazione è drammatica: la popolazione vive da ormai 50 giorni senza l’ingresso degli aiuti umanitari dall’esterno. Scarseggiano tutti i beni di prima necessità: il cibo, ma anche quello che serve per la logistica, così come la benzina e il gas. Tutto questo ha un riverbero sulla popolazione, le cui condizioni di vita sono compromesse anche dai continui bombardamenti.” Una testimonianza, questa, che non arriva da osservatori esterni, ma direttamente da Gaza, enclave palestinese ormai sotto assedio e dove continua a imperversare la guerra tra Israele e Hamas. Queste infatti sono le parole di Alessandro Migliorati, responsabile della logistica per Emergency e operativo proprio nella Striscia.

Migliorati, ospite di Modem, il nostro magazine radiofonico di approfondimento, ha inoltre spiegato che: “I prezzi delle materie prime hanno raggiunto vette folli: siamo sui 50 euro al chilo per la farina, a 7 euro al chilo per lo zucchero, 13 euro al litro la benzina… E per trovare questi beni bisogna fare una vera e propria caccia al tesoro. I forni sono chiusi da settimane, quindi non c’è più pane. I farmaci e i beni alimentari non arrivano più…”

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Alessandro Migliorati, ospite a Modem e in collegamento da Gaza

  • RSI

A Emergency rimangono ancora delle scorte? Avete ancora la possibilità di aiutare la popolazione oppure siete bloccati nel vostro lavoro? “Riusciamo tuttora a portare avanti le nostre attività – risponde Migliorati – Abbiamo due cliniche, una che si trova nella zona periferica di Khan Yunis, quindi siamo nel centro della Striscia e una poco più lontano, ad al-Mawasi. Collaboriamo in particolare con una ONG locale e in entrambe le cliniche: dopo che è caduto il cessate il fuoco, i numeri (delle persone da curare, ndr.) sono più che duplicati. Le cliniche sono ancora a pieno regime, ma chiaramente dobbiamo calcolare con molta attenzione quanta benzina e quanto cibo e farmaci ci rimangono.”

In questo contesto, gli operatori umanitari diventano sempre più spesso bersagli delle operazioni militari. A Gaza con l’accusa di essere infiltrati da Hamas. Nella Striscia, la situazione per quanto riguarda la sicurezza è peggiore rispetto ad altri contesti? “È difficile per me dare una risposta – commenta Alessandro Migliorati – Ma posso dire che in generale la situazione qui (a livello umanitario, ndr.) non ha paragoni. Oltre il 60% della Striscia ormai è zona soggetta a sfollamento e a ordini di evacuazione. Rimangono ben poche zone sicure, si fa per dire, e non si sa per quanto. Gli ordini di evacuazione sono sempre più frequenti e con sempre minor preavviso, a volte questo preavviso neanche c’è. La situazione sul fronte della sicurezza va quindi sempre monitorata, ma c’è un coordinamento continuo fra le varie agenzie umanitarie, anche quelle dell’ONU.”

Emergency, spiega Migliorati, a Gaza cura prevalentemente minori: “Le vittime, in percentuale, più colpite da questo conflitto.”

Gaza, terra per nessuno

Alessandro Migliorati è stato ospite mercoledì a Modem, in una puntata dedicata alla situazione nella Striscia di Gaza dove è stata superata la soglia dei 50’000 morti e dei 110’000 feriti. Negli scorsi giorni, diverse organizzazioni non governative hanno lanciato l’ennesimo grido d’allarme sulla mancanza di beni di base come acqua, cibo e farmaci. Le Nazioni Unite per bocca di Philippe Lazzarini hanno definito la Striscia una “zona di morte post-apocalittica“. In una Gaza dove da 50 giorni non entrano più aiuti, dove sopravvivono 2 milioni di palestinesi e con loro almeno 58 ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023, Israele rimane intenzionato a colpire fino all’annientamento di Hamas. E intanto Hamas si dice disposto a cedere la Striscia a condizione di poter mantenere quel che resta dei suoi arsenali. Modem ha quindi fatto il punto della situazione prima di tutto umanitaria anche con: PADRE CARLOS FERRERO, della parrocchia di Gaza; MICHELE GIORGIO, giornalista, collaboratore RSI da Gerusalemme; DANIEL BETTINI, giornalista, caporedattore esteri a Yediot Ahronot (Tel Aviv) e PAOLO PEZZATI, portavoce di Oxfam Italia.

30:17

Gaza, terra per nessuno

Modem 23.04.2025, 08:30

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L'inferno di Gaza

Falò 15.04.2025, 20:45

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Conflitti in Medio Oriente

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