Aggredita di spalle, trascinata a terra per i capelli, picchiata con calci e pugni su tutto il corpo. Comincia così la testimonianza di Hélène Perlant, figlia maggiore del primo ministro francese François Bayrou che dopo più di 30 anni ha rotto il silenzio sulla violenza subita da alunna della scuola cattolica di Lestelle-Bétharram, nei Pirenei Atlantici.
“Un colpo al cuore”, per il Premier, sindaco della vicina Pau, chiamato in causa per non essere intervenuto quando occupava la poltrona di ministro dell’Istruzione negli anni ‘90. Per la figlia ormai 53enne, Bayrou però non sapeva, ma dovrà ribadirlo davanti alla Commissione parlamentare che indaga su quello che è considerato come il più grande scandalo di pedofilia, abusi e violenze della storia del sistema scolastico francese.
Sono oltre duecento infatti le denunce presentate da ex allievi per il periodo che va dal 1957 e il 2018. Fatti di aggressioni da parte di insegnanti, bidelli e preti. Circa la metà riguardano stupri e abusi sessuali. Finora solo un ex sorvegliante è stato indagato per aver violentato un minorenne. Altre due persone sono state rilasciate per prescrizione, tra cui un prete che ha riconosciuto almeno uno tra le decine di stupri che gli sono attribuiti. E una decina di persone chiamate in causa sono ormai decedute, tra cui un ex preside, un sacerdote accusato di aver violentato ripetutamente un bambino di 10 anni, incarcerato a titolo preventivo nel 1998 e poi richiamato in Vaticano, dove si suicidò.
Questo però non ha impedito all’associazione delle vittime di raccogliere le testimonianze, finite anche in un libro in uscita in Francia (Silence de Bértharram, ed. Michel Lafon). Tra queste, quella della figlia del premier che in un’intervista al settimanale Paris Match ha spiegato inoltre di non aver mai raccontato al padre l’aggressione subita, per proteggerlo da ritorsioni politiche e per via del clima di terrore e omertà che regnava nella scuola. “Da padre di famiglia – ha reagito Bayrou - è una coltellata al cuore non averlo saputo all’epoca”. Il premier così mantiene di non essere mai stato al corrente della situazione, nonostante altri figli frequentassero lo stesso istituto, dove sua moglie insegnava il catechismo. Da ministro dell’Istruzione, Bayrou inviò un ispettore quando fu portato a conoscenza di una denuncia da parte dei genitori di un alunno. Ma il rapporto di tre pagine, redatto in mezza giornata di colloqui, non rilevò alcuna anomalia.
Bayrou, accusato dalla sinistra radicale di mentire, sarà sentito sotto giuramento il 14 maggio dalla Commissione parlamentare che ha già ascoltato il presidente dell’associazione delle vittime, Alain Esquerre. Nel suo libro, Esquerre spiega come nell’Istituto cattolico, reputato come uno dei migliori della regione, “regnasse una pedofilia senza complessi, e come violenze e stupri facessero parte integrante della vita scolastica”. Per Esquerre “Bayrou non sapeva nulla delle aggressioni sessuali, altrimenti non ci avrebbe mandato i figli. E’ intollerabile accusarlo di aver coperto atti di pedofilia criminale. Bayrou però era al corrente che gli alunni venivano schiaffeggiati”. Il 52% dei francesi auspicano che il governo venga sfiduciato. Un calo di consensi accentuatosi di 8 punti nell’ultimo mese, da quando è stato rivelato lo scandalo Bértharram.