I ribelli guidati dagli islamisti radicali in Siria hanno dichiarato sabato di aver “iniziato ad accerchiare” la capitale Damasco, dopo aver conquistato le città vicine, mentre l’esercito siriano ha negato di aver abbandonato le sue posizioni vicino alla capitale. “Le nostre forze hanno iniziato la fase finale dell’accerchiamento di Damasco”, ha dichiarato un importante comandante della coalizione ribelle, Hassan Abdel Ghani. Da parte sua, il ministero della Difesa ha dichiarato che “le notizie secondo cui l’esercito regolare, presente in tutte le aree della regione di Damasco, si sarebbe ritirato, sono infondate”.
Sempre sabato i miliziani siriani hanno reso noto che è loro intenzione voler “rassicurare” le comunità religiose e le minoranze nelle regioni che hanno conquistato con un’offensiva lampo. Tuttavia, il loro slancio sembra aver perso vigore una volta arrivati alle porte di Homs, la terza città più grande del Paese.
Più indebolito che mai, il leader siriano Bashar al-Assad, che gli insorti dicono di voler rovesciare, non si presenta in pubblico da giorni, dopo l’incontro di domenica scorsa a Damasco con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, il cui Paese è alleato del regime siriano.
Il 27 novembre una coalizione di ribelli guidata dal gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha lanciato un’offensiva dalla sua roccaforte di Idlib (nord-ovest), conquistando decine di città e le località strategiche di Aleppo (nord) e Hama (centro). Si tratta dell’avanzata più spettacolare in oltre tredici anni di guerra in Siria.
Venerdì l’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH) ha dichiarato che le fazioni locali hanno preso il controllo di oltre il 90% della provincia meridionale di Deraa, compresa l’omonima città, culla della rivolta del 2011 contro il regime di Bashar al Assad, tornata sotto il controllo del governo nel 2018. L’ONG ha inoltre dichiarato che nella provincia di Suwayda i combattenti hanno conquistato diversi posti di blocco.
L’OSDH afferma che i ribelli sono già alle porte di Homs, città situata a 150 chilometri a nord della capitale. Ma l’esercito siriano, che finora non ha opposto una resistenza significativa all’offensiva dei ribelli, ha annunciato sabato il ridispiegamento. “Le nostre forze operanti a Deraa e Suwayda si stanno riposizionando e stabilendo un perimetro di sicurezza dopo che elementi terroristici hanno attaccato i posti di blocco isolati”, afferma l’esercito di Assad. Le forze governative “stanno iniziando a riprendere il controllo delle province di Homs e Hama dalle organizzazioni terroristiche”, ha aggiunto.
Secondo l’OSDH le forze governative hanno inviato “rinforzi significativi” vicino a Homs, mentre la Russia e la Siria hanno lanciato attacchi e fuoco di artiglieria contro i ribelli nelle campagne della città. Da venerdì, gli attacchi russi e dell’esercito regolare siriano hanno ucciso 21 civili vicino a Homs, tra cui cinque bambini, secondo l’ONG.