Papa Francesco è giunto oggi, domenica, in Ungheria, prima tappa lampo di un viaggio in Europa centrale che lo condurrà anche e soprattutto in Slovacchia e che si concluderà il 15 settembre. È la sua 34ma missione all'estero.
Sulla papamobile verso il palco sulla Piazza degli eroi, per la celebrazione della messa
Prima di celebrare sulla Piazza degli eroi la messa conclusiva del 52mo Congresso eucaristico internazionale, il suo unico momento di contatto con i fedeli locali, il Pontefice ha incontrato il premier Viktor Orban in un colloquio di 40 minuti definito cordiale dalla sala stampa vaticana e incentrato sul ruolo della Chiesa nel Paese, sulla salvaguardia dell'ambiente e sulla promozione della famiglia. Su temi come la migrazione, tuttavia, le posizioni non potrebbero essere più distanti e Francesco aveva chiarito alla vigilia della partenza il messaggio di solidarietà e accoglienza centrale in questo viaggio. Ancora prima di partire per la Slovacchia, Bergoglio lo ha ribadito, auspicando "apertura".
"Ho chiesto al Papa di non lasciare che l'Ungheria cristiana perisca", ha dal canto suo scritto Orban sul suo profilo in Facebook.
L'incontro con la comunità ebraica, fra le più importanti d'Europa
Bergoglio ha incontrato nel Museo di Belle arti di Budapest anche i rappresentanti della comunità ebraica - la più grande dell'Europa centrale con i suoi 100'000 membri - ed evocato la minaccia dell'antisemitismo, dal quale gli ebrei magiari sembrano oggi relativamente risparmiati. Orban si presenta come baluardo contro "l'invasione musulmana" e giudica il suo Paese come un luogo sicuro per la comunità di religione giudaica. Ha permesso il rinnovamento di cimiteri e sinagoghe, ma anche condotto una campagna contro il finanziere George Soros ed è accusato di voler riabilitare Miklos Horthy, dirigente fra le due guerre e fino al 1944, che si alleò ai nazisti. L'inaugurazione di un monumento nel 2014 che presentava l'Ungheria come pura vittima del nazismo e il continuo rinvio dell'apertura di un controverso museo sull'Olocausto hanno pure alimentato i timori di un revisionismo storico. Nei campi di concentramento morirono 600'000 ebrei ungheresi, deportati anche grazie allo zelo dell'amministrazione e della polizia magiare.
Il Papa in Ungheria
Telegiornale 12.09.2021, 14:30