Il Sudan guida la lista dei Paesi in crisi umanitaria anche nel 2025, secondo il rapporto annuale “Emergency Watchlist” dell’International Rescue Committee (IRC). Con i suoi 50 milioni di abitanti, lo Stato africano si avvia verso un devastante collasso. Secondo la ONG, fondata nel 1933 da Albert Einstein, il rischio di carestia nella Striscia di Gaza persisterà anche il prossimo anno.
Le cinque maggiori aree di crisi individuate dal documento si trovano, oltre che in Sudan, nei Territori palestinesi occupati, in Myanmar, Siria e Sud Sudan. A livello globale sono 305 milioni le persone che dipendono dagli aiuti umanitari, di cui l’82% vive in Paesi indicati nella “Emergency Watchlist”. Essi rappresentano solo l’11% della popolazione mondiale.
Il 77% degli sfollati e oltre il 30% delle persone in estrema povertà vivono in questi 20 Paesi. David Miliband, presidente dell’IRC, sottolinea la necessità di rompere questa tendenza per ragioni morali, ma non solo. “Per ragioni strategiche bisogna considerare che i problemi iniziano in Sudan o in Siria, ma non rimangono lì: l’instabilità si diffonde”, ha detto Miliband. “Il mondo si divide in due campi: le persone nascono in Paesi fragili e in conflitto, oppure quelle che hanno opportunità in Stati stabili”.
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