Il ripristino della pena di morte per impiccagione, abolita nel 2006, e la licenza di uccidere concessa alle forze dell'ordine sono i due più discussi provvedimenti che il neoeletto Rodrigo Duterte s'è impegnato a promuovere nel corso del suo mandato di presidente delle Filippine, mandato che giungerà a scadenza tra sei anni.
Il "castigatore", com'è soprannominato per la sua decisa azione repressiva quando era sindaco di Davao, ha detto in conferenza stampa che farà pressioni sul Congresso affinché lo segua su questa strada.
Con la scelta del populista quale nuovo capo dello Stato, l'arcipelago ha dato l'impressione di provare una certa nostalgia per l'autoritarismo che per decenni ne ha contraddistinto la conduzione, tanto più se si considera che quale suo vice potrebbe essere nominato il figlio del dittarore Ferdinand Marcos, Bongbong.
ANSA/dg