“Il corridoio Philadelphia era il tubo di ossigeno di Hamas, attraverso il quale venivano trasportate regolarmente armi a Gaza”. Nell’annunciare e giustificare la presa di controllo, “negli ultimi giorni”, della zona cuscinetto, che corre per 14 km sul confine sud tra la Striscia e l’Egitto, il portavoce dell’esercito israeliano (IDF), Daniel Hagari, ha messo in evidenza la portata strategica dell’operazione militare.
Hagari ha aggiunto che l’esercito ha “scoperto una sofisticata infrastruttura terroristica sotterranea a est di Rafah, lunga un chilometro e mezzo, a circa cento metri dal valico”. Il posto di frontiera, unico punto di passaggio vitale per la consegna degli aiuti umanitari, è stato chiuso da quando l’IDF ne ha preso il controllo all’inizio di maggio.
In totale sarebbero “una ventina i tunnel” individuati nella zona di confine, che è chiamata in codice dai militari “Philadelphi Route”, tunnel sospettati di essere utilizzati per il contrabbando da gruppi armati nel territorio palestinese.
L’Egitto ha tuttavia negato l’esistenza di questi condotti, sostenendo che Israele sta solo cercando di giustificare la sua offensiva a Rafah contro il movimento islamista palestinese. Nonostante l’indignazione internazionale per il bombardamento mortale di domenica su un campo per sfollati a Rafah (che avrebbe provocato 45 morti e circa 250 feriti), l’esercito israeliano sta continuando la sua offensiva. Mercoledì, scontri di strada e bombardamenti hanno scosso Rafah, il giorno dopo che i carri armati israeliani sono entrati nel centro della città.
I rapporti sono in ogni caso molto tesi, anche per la morte lunedì scorso di un soldato egiziano che è stato ucciso da proiettili israeliani sul confine di Rafah. Colpi sparati, secondo fonti egiziane, durante un conflitto a fuoco tra militari dell’IDF e membri di Hamas.
Xi Jimping per una conferenza di pace “ad ampia base”
Dal Forum di cooperazione Cina-Stati arabi in corso a Pechino, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi non ha fatto commenti sulla zona cuscinetto, ma ha esortato la comunità internazionale a garantire che i palestinesi non siano costretti a lasciare i loro territori: “Chiedo di fornire immediata assistenza umanitaria a lungo termine alla Striscia di Gaza e di porre fine all’assedio israeliano”, ha detto al Sisi.
Il presidente Xi Jinping, aprendo i lavori del Forum, ha parlato della necessità di una conferenza di pace ad “ampia base” sul conflitto in Medio Oriente. La guerra non può continuare indefinitamente, “la giustizia non può essere permanentemente assente e la soluzione dei due Stati non può vacillare in modo arbitrario”, ha detto il leader cinese rivolto ai capi di Stato del Bahrein, dell’Egitto, degli Emirati Arabi Uniti e della Tunisia, nonché ai ministri degli Esteri di altri paesi della Lega Araba.
La Cina continuerà a sostenere l’alleviamento della crisi umanitaria e la ricostruzione postbellica a Gaza, ha concluso Xi, esprimendo inoltre la volontà di cooperare con la parte araba su diversi fronti, tra cui la creazione di un panorama finanziario e di investimenti su larga scala e l’approfondimento della cooperazione energetica.
Gaza, ancora bombe su Rafah
Telegiornale 25.05.2024, 12:30