L'Europa e gli Stati Uniti devono restare i leader nella lotta per la difesa della democrazia e dei valori di apertura contro il nazionalismo e il populismo: "non dobbiamo aspettarci che altri paesi facciano le cose". Ad affermarlo a Davos è stato il vicepresidente Joe Biden che si è accomiatato dalla scena internazionale intervenendo al WEF con parole che sono suonate come un avvertimento diretto a Donald Trump affinché rinunci a legarsi alla Russia.
Tra 48 ore…
"Il mio nome è Joe Biden e per 48 ore sarò ancora il vicepresidente degli Stati Uniti"; tra due giorni "potrò cominciare a dire ciò che penso" ha esordito nel suo ultimo discorso ufficiale, davanti ai presenti nella sala delle riunioni plenarie del Centro congressi grigionese. Si è soffermato sul significato storico dell'Unione Europea e dell'Alleanza atlantica, fortemente attaccate dal successore di Barack Obama che si insedierà alla Casa Bianca venerdì. Il populismo in risposta alle paure e alle sfide della globalizzazione e della tecnologie, ha sottolineato, "non è niente di nuovo nella storia, abbiamo visto a intervalli regolari nella storia pericolosi demagoghi" che istillavano paura e seminavano divisione.
La principale minaccia è la Russia di Putin
L'attenzione del vicepresidente si è però concentrata sulla "Russia di Putin" che ha definito la principale minaccia per l'ordine liberale voluto dal mondo occidentale. Per non correre il rischio che il mondo retroceda "di diversi decenni di progresso", bisogna mantenere alta la vigilanza, ha avvertito, dicendosi altresì certo che Mosca è intervenuta nella campagna elettorale americana. "Vi assicuro che ricapiterà, e non solo negli Stati Uniti" ha detto Joe Biden, mettendo indirettamente in guardia Francia e Germania che andranno al voto nei prossimi mesi.
Diem/RG/ATS/AFP
Tutti i contributi dal WEF 2017 su A Davos un... social WEF
RG 12.30 del 18.01.17: la corrispondenza di Pierre Ograbek
RSI Info 18.01.2017, 14:36
Contenuto audio