La polizia tedesca ha circondato mercoledì e iniziato a sgomberare un campo di militanti contrari al carbone a Lützerath, ex villaggio nel nord-ovest della Germania ormai conosciuto in tutto il Paese e sempre più anche all'estero per la lotta condotta ormai da due anni contro l'estensione di una miniera di lignite a cielo aperto appartenente alla società energetica RWE, estensione che comporta la demolizione del paese.
Nella regione RWE estrae lignite
Le operazioni sono proseguite giovedì e potrebbero durare - si stima - anche "diverse settimane". Le forze dell'ordine si attendevano una forte resistenza ma non sono stati finora segnalati particolari episodi di violenza. Sono centinaia gli agenti mobilitati per sloggiare (senza ricorrere alla forza) i circa 200 irriducibili, riparatisi in capanne e sugli alberi. Più o meno altrettanti dimostranti se ne sono andati spontaneamente. Una manifestazione di sostegno agli attivisti è prevista per sabato, con la partecipazione anche di diverse personalità tedesche e di Greta Thunberg.
Nel contempo, gli operai della RWE hanno cominciato ad erigere una recinzione di un chilometro e mezzo che circonderà l'area del cantiere.
Il caso di Lützerath si innesca nel dibattito sul futuro energetico della Germania, con il previsto abbandono del nucleare e la forte riduzione delle importazioni di gas russo a causa del conflitto in Ucraina. Berlino ha dovuto per questo rafforzare il ricorso al carbone questo inverno. In cambio di un anticipo di 8 anni - al 2030 - della chiusura delle sue centrali a carbone, RWE aveva concordato con le autorità regionali del Nord Reno-Vestfalia e con quelle federali a Berlino che il giacimento di Lützerath avrebbe potuto essere sfruttato.