Il Consiglio di sicurezza dell'ONU, riunito venerdì sera d'urgenza e a porte chiuse, ha esortato Khalifa Haftar a mettere fine alla sua offensiva contro Tripoli che minaccia la stabilità della Libia. Un appello analogo è giunto anche dai ministri degli esteri del G7, incontratisi in Francia.
RG 12.30 del 06.04.2019 Il servizio di Pierre Ograbek
RSI Info 06.04.2019, 14:30
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Le forze del generale già controllano l'est del paese e da giovedì stanno avanzando verso la capitale, che è invece nelle mani del Governo di unità nazionale riconosciuto dalla comunità internazionale e guidato da Fayez el Sarraj. Scontri sono stati segnalati ancora venerdì sera e gli uomini di Haftar, respinti in mattinata, sono entrati nell'aeroporto principale, distrutto nei combattimenti del 2014, a 25 chilometri in linea d'aria dal centro. In seguito però ne sono stati scacciati. Nel pomeriggio Haftar ha imposto una no-fly zone sulla parte ovest del paese: le sue truppe spareranno su qualsiasi aereo militare o drone.
Dalla caduta del regime di Gheddafi nel 2011, il paese nordafricano non trova pace, per la presenza di numerose milizie e di autorità rivali che si contendono il potere. Lasciando la Libia dopo aver incontrato i due uomini forti, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto "profondamente inquieto". A metà aprile è prevista una conferenza internazionale che dovrebbe servire a tracciare un piano in grado di condurre fino a libere elezioni.
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