"Normalmente qui sarebbe tutto bianco, con il cotone in fiore, o verde per l’erba medica. A causa della secca del Colorado, sembrano invece soltanto campi incolti". Parola di Jace, agricoltore 31enne, che a bordo del suo pick-up ci porta a vedere i campi a sud est di Phoenix, in Arizona. Sembra di essere in mezzo al deserto, eppure qui si fa agricoltura intensiva: soprattutto colture di foraggio per gli allevamenti nel sud della California. L’ottanta per cento delle acque del Colorado River è destinata all’agricoltura, ma ormai non basta più.
Jace Miller
Siccità record ed eccessivo sfruttamento del fiume che nasce nelle Montagne Rocciose e attraversa il Grand Canyon hanno imposto quest’anno i primi tagli all’approvvigionamento. I primi a essere colpiti sono stati i contadini dell’Arizona e questo giovane 31enne che dirige l’azienda di famiglia avviata dal nonno nel 1917 non cela il suo disappunto: “Ogni anno perdiamo terreni agricoli, ma l’area urbana aumenta. Credo che dobbiamo chiederci se davvero il nostro modello di crescita nel sud-ovest non sia superato”.
I campi di alfalfa a Casa Grande, in Arizona
RSI 18.09.2022, 17:38
Dieci della città del west che ricevono l’acqua del fiume Colorado sono quelle che crescono più velocemente negli Stati Uniti. A immagine dell'area metropolitana di Phoenix (cinque milioni di abitanti) la cui popolazione è quintuplicata dagli Anni Settanta. "La sfida - spiega la professoressa Denielle Perry della Northern Arizona University di Flagstaff - è rappresentata dal fatto che ormai quell’acqua del Colorado non esiste più. A causa dei cambiamenti climatici abbiamo meno precipitazioni nevose e meno pioggia. E per contro vi sono aree urbane enormi con milioni di persone che dipendono da quell'acqua". Il riferimento è al 1922, quando venne stabilito il modello di distribuzione dell’acqua del fiume, il “Colorado River Compact”. Le acque che scorrono lungo i 2'330 chilometri del fiume vengono ripartite tra sette stati, suddivisi in due bacini.
La ripartizione dell'acqua prevista dal Colorado River Compact
Oggi il livello del fiume è del venti per cento più basso rispetto a ventidue anni fa e la capacità dei due principali bacini, Lake Mead e Lake Powell, è del 27%. Quando il lago Powell, situato al confine tra Utah e Arizona, finì di essere riempito, tra il 1963 e il 1980, era al 97%. La secca del Colorado River ha ridisegnato il panorama attorno ai laghi e colorato con un anello bianco (che gli americani chiamano “bathtub ring”) l’orlo dei canyon, a testimonianza dell’acqua che non c’è più. Boe e galleggianti di ogni tipo punteggiano come relitti le spiagge allungatesi negli anni. Le rampe d'accesso per le barche sono lunghe centinaia di metri. "Alla diga la temperatura dell’acqua era solitamente attorno a dieci gradi Celsius - dice allarmata Bridget Deemer dell’agenzia federale US Geological Survey - ora è quasi raddoppiata. L’ecosistema è a rischio e diverse specie di pesci sono in pericolo".
Lake Powell
Negli USA la chiamano la “siccità del millennio”, altri non esitano a definirla la crisi idrica che rischia di rallentare la crescita dell’ovest degli Stati Uniti e mutare l’ecosistema nei canyon più famosi del mondo. Ma, in attesa che l’accordo sullo sfruttamento delle acque venga ridiscusso, tra due anni, la crisi del Colorado River interroga il modello di crescita dell’intero Paese e rischia di inaridire quello che era il grande sogno americano.
Il fiume Colorado
RSI 18.09.2022, 18:04