Da diversi mesi la siccità sta attanagliando molte aree del pianeta, dall'Europa agli Stati Uniti fino alla Cina, provocando gravi conseguenze. C'è però anche un lato inaspettato: da letti di fiumi e laghi prosciugati stanno riaffiorando testimonianze del passato.
È per esempio il caso del Dolmen di Guadalperal, conosciuto anche come lo Stonehenge spagnolo, un complesso megalitico situato nell'Estremadura orientale. Si tratta di 150 pietre di granito poste verticalmente che formano una camera di cinque metri di diametro. Al centro è presente un menhir alto circa due metri con incisioni rupestri.
Il sito è stato sommerso nel 1963 con la realizzazione di un lago artificiale. Ed è stato ora riportato alla luce dall'estrema siccità che ha svuotato oltre il 70% del bacino.
Un altro esempio si conta in Galizia, dove nel lago artificiale di Alto Lindoso è riapparso il villaggio di Aceredo. Qui i turisti passeggiano sul terreno fangoso alla scoperta di una vita congelata da oltre trent'anni.
Le impronte di dinosauro
La siccità porta anche nuove scoperte. Come in Texas, dove il fiume Paluxy - nella cosiddetta valle dei dinosauri - ha riportato alla luce le impronte di un Acrocanthosaurus, un parente del T-Rex, perfettamente conservate e risalenti a 113 milioni di anni fa.
Moniti dal passato
Ma i letti prosciugati di fiumi e bacini lanciano anche avvertimenti. In Repubblica Ceca nelle acque dell'Elba è riapparsa una cosiddetta "Pietra della fame" incisa nel 1616. Si tratta di una delle tante ritrovate nei fiumi dell'Europa centrale. Vi si legge "Wenn du mich siehst, dann weine" (Quando mi vedi, piangi): un monito, appunto, alle future generazioni per ricordare quanto l'acqua sia preziosa.