Il timore è che la storia possa ripetersi. Ieri l’Unione Sovietica oggi la Russia sono sempre stati scomodi vicini per la Finlandia. Fin da quando, era il 1920, Lenin riconobbe l’indipendenza di Helsinki, sicuro che - grazie alla prossimità geografica – sarebbe comunque rimasta sotto l’influenza russa. Dopo appena due decenni i due Paesi erano già su barricate opposte nella Guerra d’Inverno (1939-40). L’alleanza con la Germania nazista non evitò alla Finlandia la sconfitta nella successiva Guerra di Conclusione (1941-44), costata la perdita di un’ampia area orientale, l’equivalente del 10% del territorio nazionale.
La città russa di Svetogorsk, per esempio, fino al 1944 si chiamava Enso, ed era il centro urbano più importante di una delle regioni industrialmente più sviluppate della Finlandia. Da allora, pur collocandosi geo-politicamente al fianco delle democrazie occidentali, Helsinki si è impegnata ad intrattenere rapporti di buon vicinato con Mosca. Con reciproco vantaggio, non tanto politico quanto economico. A beneficiarne maggiormente sono state le zone di frontiera, dove gli interscambi - commerciali e non solo - sono cresciuti nel tempo. In Carelia si calcola che prima della pandemia i turisti russi generassero entrate all’economia locale superiori al milione di euro al giorno. Contribuendo, con l’acquisto in massa di cottage, ad alzare il valore del mercato immobiliare.
L’invasione russa in Ucraina, però, ha congelato nuovamente i rapporti, sigillando – come era già accaduto durante la pandemia – la frontiera. I commerci sono stati sospesi per via delle sanzioni imposte dall’UE, così come i progetti comuni – tra i quali la costruzione di una linea ferroviaria per collegare Imatra con San Pietroburgo, distante meno di 200 Km. Restano migliaia i russi che abitano nella regione finlandese, ma in questo momento tendono a mantenere un profilo basso, quasi nascosti. Non tanto per timore di restare vittime del sentimento russo-fobico che comunque si respira per le strade di Imatra, quanto piuttosto per paura di ritorsioni in patria. Se solo fino a qualche mese fa quel confine lungo oltre 1’300 km era condiviso da milioni di persone, oggi è tornato a separare in profondità i due Paesi.
Lorenzo Amuso, corrispondente della RSI, si è recato a Imatra, cittadina finlandese sul confine con la Russia, per capire come la popolazione stia vivendo la tensione di questi giorni.