I cittadini estoni sono chiamati alle urne questa domenica per il rinnovo del Parlamento, in un contesto segnato dal conflitto in Ucraina. Il 47% si è già espresso attraverso il voto anticipato.
I nazionalisti di destra dell'EKRE, contrari alla consegna di nuove armi a Kiev e all'accoglienza di altri profughi di guerra, potrebbero veder crescere i loro consensi, arrivando anche a superare il 18% che avevano sfiorato nel 2019. Ma a spuntarla secondo i sondaggi sarà ancora una volta il partito riformista di centro-destra dell'attuale premier Kaja Kallas. È dato fra il 24 e il 20%, risultato che basterebbe per un successo di misura ma con l'obbligo di formare una coalizione per restare al potere. I centristi sono fra il 16 e il 19%, i liberali fra il 9 e il 15%, i socialdemocratici poco sotto o poco sopra il 10% e Isamaa, altra formazione di centro-destra, fra il 7 e il 9%.
La premier uscente Kaja Kallas, favorita dei sondaggi
Tallinn, il cui Legislativo unicamerale conta 101 seggi, è stata fra le prime e più entusiaste capitali sostenitrici del Governo di Volodymyr Zelensky. Ha fornito aiuti per un importo che supera l'1% del PIL, proporzionalmente alla taglia dell'economia i più alti in assoluto. Nel contempo, però, ha subito più pesantemente di altri la situazione economica attuale: l'inflazione su base annua era al 18,6% in gennaio.
L'Estonia, ex repubblica sovietica, è Paese membro sia dell'Unione Europea che della NATO e guarda decisamente a Occidente. Al contempo però, non può dimenticare di confinare con la Russia e che un quarto dei suoi 1,3 milioni di abitanti è russofono. Una parte di questi ha mantenuto forti legami con la Russia e vive male la politica intransigente adottata dal Governo nei confronti di Mosca dopo l'invasione del 24 febbraio 2022, con il sostegno anche del partito centrista solitamente popolare in seno alla comunità. "L'aiuto all'Ucraina indebolisce il nostro nemico comune", aveva dichiarato la prima ministra Kallas la scorsa settimana nel corso di un'intervista.
Questo fatto e l'appoggio dato dalla quasi totalità delle formazioni politiche a un progetto di legge che prevede l'insegnamento solo in estone nelle scuole potrebbero spingere una gran parte dei russofoni a scegliere la via dell'astensione.