Luiz Ignacio Lula da Silvia ha aperto nella città di Belem, alla foce del Rio delle Amazzoni, il primo vertice in 14 anni dell'Organizzazione del trattato di cooperazione dell'Amazzonia (OTCA), che raggruppa Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela: gli otto Paesi che si dividono la più grande foresta pluviale del mondo.
In Brasile al via il vertice sull'Amazzonia
SEIDISERA 08.08.2023, 18:25
Per il presidente del Brasile (dove si trova il 60% della foresta), l'Amazzonia non può più aspettare, servono almeno "100 miliardi di dollari" per salvarla. I Paesi sviluppati li hanno promessi "ma stiamo ancora aspettando", ha affermato.
Lo scopo del vertice - definito "una pietra miliare nella storia della difesa dell'Amazzonia" - è rafforzare la cooperazione per combattere il disboscamento e creare le condizioni per "una nuova visione dello sviluppo sostenibile" nella regione.
Lula, che ha fortemente voluto l’evento, ha l'ambizione di guidare un blocco di Paesi forestali per negoziare risorse con i Paesi sviluppati una "transizione ecologica dell'economia". Il capo dello Stato ha difeso che la sovranità del Brasile sulla foresta sia rispettata, ma anche che gli scienziati di tutto il mondo possano sviluppare la ricerca nel territorio per scoprire "ricchezze incommensurabili”.
Dopo gli anni di Jair Bolsonaro - in cui lo sfruttamento della foresta amazzonica si è intensificato, all’insegna di una rivendicazione di sovranità e nel sostanziare disinteresse del presidente di allora per le problematiche ambientali - i dati sul disboscamento mostrano un rallentamento, ma ancora molto c’è da fare.
A Belem nel 2025 si terrà anche la Cop30, la Conferenza mondiale sul clima organizzata dalle Nazioni Unite.