Dall'inviata RSI in Ucraina, Paola Nurnberg
Il viaggio in treno espresso da Kiev per Kharkiv dura circa cinque ore. Appena lasciata la capitale ucraina si vedono solo le campagne innevate, il bianco del cielo e dei campi è interrotto da poche case raggruppate, qualche “isba”, memoria di bellissimi romanzi letti e mai dimenticati. A metà viaggio la stazione di Mirgorod ha anche una statua di Gogol, un omaggio allo scrittore russo che aveva dato il nome della città ucraina a un libro di racconti.
La statua di Gogol
C’è molta Russia anche a Kharkiv. Retaggio sovietico sono i grandi edifici grigi e funzionali, la una stazione ferroviaria con gli affreschi che celebrano la grandezza della rivoluzione e del suo popolo. I simboli sui palazzi amministrativi, la falce e il martello sulle ringhiere dei ponti. C’è tanta Russia in questa città, che le dà le spalle ma ci è quasi appoggiata. Il confine è a pochi chilometri, appena 45, e a dimostrazione degli intensi scambi commerciali lunghissime code di camion alla dogana. Non sono costretti a lunghe attese però a causa della crisi tra i due paesi, come si potrebbe pensare, ma è piuttosto l’inverno che rallenta le operazioni. Così ci viene detto.
I simboli dell'Unione Sovietica sono presenti un po' ovunque in città
Ma se si parla con la gente di qui nessuno mostra apprensione, anche se la tv trasmette in continuazione le manifestazioni di forza della Russia. Per molti, tuttavia, si tratta solo di propaganda americana ma c’è anche chi ricorda come la città e tutta la regione sono state teatro di scontri tra filorussi e filo-occidentali. Scontri di piazza in nome di una libertà a targa moscovita o a targa europea. Forse per questo l’Ucraina, che si sente in guerra senza sosta dal 2014, conosce una florida varietà di associazioni e organizzazioni non governative con molti attivisti che lottano per non rischiare di fare la fine delle due regioni vicine di Donetsk e di Luhansk, teatro di combattimenti dopo l’annessione russa della Crimea.
Un popolo diviso anche a causa della propaganda che spinge da entrambe le parti anche se le infiltrazioni da oltre confine, che ad esempio nelle elezioni del 2019 sono state possibili grazie all’appoggio di politici locali ma filorussi, hanno contribuito dall’altra parte a rafforzare un sentimento antirusso della popolazione che si sente invece più vicina all’Europa ma che adesso, con queste recenti tensioni, si sente nuovamente vulnerabile e in pericolo.
Le fake news nella crisi tra Russia e Ucraina
SEIDISERA 28.01.2022, 20:00
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