Notre-Dame un anno dopo

Per 15 ore le fiamme hanno attaccato Notre-Dame. Le immagini del tetto in fiamme e della guglia in legno che crolla sulla cattedrale hanno fatto il giro del mondo.

Gli occhi di tutti erano puntati sull’incendio che ha illuminato il cielo di Parigi con il timore che la cattedrale potesse crollare.

Oggi Notre-Dame è ancora lì, con le macerie all’interno dei muri sventrati e anneriti. Una cattedrale ferita e non ancora riparata. Nonostante l’impegno della autorità infatti i lavori non sono avanzati come previsto.

Prima c’è stata l’emergenza piombo. Il metallo sciolto nel rogo infatti ha contaminato le aree attorno alla cattedrale. E ora il coronavirus, che ha bloccato i cantieri.

Bisognerà aspettare anche per sapere le cause dell'incendio. L'inchiesta ha confermato la tesi dell'incidente. Le ipotesi degli investigatori sono un cortocircuito oppure qualche negligenza da parte delle imprese. Scavando tra le macerie sono stati trovati degli indizi, tra cui dei mozziconi di sigaretta che alcuni operai avevano fumato sul cantiere in corso.

"Ricostruiremo Notre-Dame in cinque anni, l'ho promesso” ha detto oggi il presidente francese Emmanuel Macron, “il restauro è un simbolo della nostra resilienza, soprattutto in questo periodo di crisi”.

Mercoledì sera la campana della torre sud suonerà per commemorare l'inizio dell'incendio, proprio alla stessa ora in cui i francesi dedicano agli applausi alle finestre per rendere omaggio al personale medico.