La procura di Roma ascolterà l’ispettore in pensione all’origine di nuove rivelazioni sul caso Moro. I pm titolari dell’ultima inchiesta sui fatti del 16 marzo 1978, aperta lo scorso anno sulla base di un esposto dell'ex giudice istruttore Ferdinando Imposimato, hanno fatto sapere che riesamineranno il fascicolo arrivato da Torino. Il primo atto sarà proprio l'audizione dell'ex poliziotto Enrico Rossi.
Quest’ultimo ha rivelato all’agenzia di stampa Ansa che due agenti dei servizi segreti italiani di allora (SISMI) erano presenti, in sella a una motocicletta Honda, in Via Fani a Roma al momento del rapimento di Aldo Moro. Il loro compito sarebbe stato quello di “proteggere” le Brigate Rosse (artefici del sequestro e poi dell’uccisione dell’esponente della Democrazia Cristiana) da disturbi di qualsiasi genere. Nell’agguato di Via Fani furono freddati cinque membri della scorta.
La lettera anonima
Tutta l'inchiesta di Rossi è nata da una lettera anonima inviata a un quotidiano nell'ottobre 2009 dall’uomo che era sul sellino posteriore dell’Honda e in cui ci sono riscontri per arrivare all’altro uomo, colui guidava la moto. La lettera, per volontà testamentarie, è arrivata al giornale sei mesi dopo la morte chi l’ha redatta. L’altro uomo, è stato accertato, è anch’egli deceduto, nel 2012 in Toscana.
Dopo presunte pressioni, l’ex ispettore dell’antiterrorismo ha lasciato il sevizio e l’inchiesta nello stesso anno, andando in pensione a 56 anni. Rossi ha spiegato di aver scelto di parlare adesso “per rispetto dei morti”.
Ansa/cos
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