Un cambio della guardia al Governo si annuncia in Danimarca, dove il centro-sinistra avrà 96 seggi su 179 nel Parlamento uscito dalle legislative di mercoledì. Lo spoglio delle schede si è concluso nel corso della notte.
Lars Loekke Rasmussen cede la poltrona
Il premier uscente Lars Loekke Rasmussen ha preannunciato le dimissioni del suo Esecutivo. A prendere il suo posto, alla testa di un Governo di minoranza che cercherà appoggi esterni, sarà con ogni probabilità Mette Frederiksen, 41enne deputata dal 2001, che incarna la nuova socialdemocrazia attenta al rigore in ambito migratorio a difesa dello stato sociale. Quest'ultimo, oggetto negli ultimi anni di forti risparmi, è stato insieme al clima al centro della campagna elettorale.
Il successo della sinistra non è però tanto dovuto ai socialdemocratici stessi, primi con il 25,9% e 48 poltrone malgrado una leggera flessione in termini percentuali, quanto all'avanzata delle altre formazioni dell'area: in particolare il Partito socialista del popolo (che con il 7,7% raddoppia da 7 a 14 poltrone), mentre i rosso-verdi nei fanno 13 e l'Alternativa 5.
Loekke Rasmussen ha visto suoi liberali (al potere per 14 degli ultimi 18 anni) guadagnare quattro punti e piazzarsi secondi, ma alla sua destra i populisti sono crollati dal 21,1 all'8,7%, appena davanti ai social-liberali (8,6). Due nuove formazioni su posizioni ancora più estreme hanno avuto ancor meno successo: una ha superato di poco la soglia del 2% per entrare in Parlamento, mentre l'altra nemmeno quella. Alta, come da tradizione, la partecipazione, che ha raggiunto l'84,5%.
La Danimarca conferma così un trend in atto quest'anno nell'Europa settentrionale, dove i socialdemocratici si erano già insediati al Governo in Finlandia e Svezia.