Il Nicaragua ha espulso la missione dell'Alto commissariato ONU per i diritti umani. La decisione è stata adottata due giorni dopo la pubblicazione di un rapporto, nel quale si denunciano il clima di paura e repressione, e gli abusi compiuti dalle forze governative.
Il rapporto documenta l'uso sproporzionato della violenza di polizia e paramilitari da aprile a ottobre, con arresti arbitrari, esecuzioni sommarie, sparizioni e torture.
Il Governo del presidente Daniel Ortega venerdì ha concesso alla missione "due ore" per lasciare il Paese. La partenza è stata fissata per sabato. L’organismo internazionale ha annunciato che continuerà a controllare la situazione a distanza. La presidentessa del Centro nicaraguense per i diritti umani, Vilma Núñez, ha definito la decisione "assurda, insolita e disperata" e tale da "inviare un messaggio gravissimo alla comunità internazionale".

RG 18.30 del 01.09.18: l'intervista a Gilles Bataillon di Lucia Mottini
RSI Info 01.09.2018, 19:27
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In un primo tempo le autorità avevano autorizzato il lavoro della commissione che ora hanno espulso. "Dall'inizio della crisi gli Ortega fanno delle finte aperture", sottolinea alla RSI Gilles Bataillon, esperto di America latina e direttore di ricerca alla Scuola di studi superiori in scienze sociali di Parigi (EHESS). "Prima di tutto - spiega - convocano una commissione di dialogo nazionale con la Chiesa, ma quando capiscono che sarà imparziale e che chiederà più moderazione all'opposizione, ma anche al presidente di rispettare la legalità, chiama una missione di osservazione dell'Organizzazione degli Stati Americani e accetta anche la missione dell'ONU sui diritti umani per guadagnare tempo presso l'opinione pubblica internazionale. Ma quando questi organismi denunciano gravi violazioni dei diritti umani, quali arresti arbitrari, l'uso di gruppi paramilitari e di cecchini contro i manifestanti, blocca tutto e chiama i suoi pochi fedelissimi e gli impiegati della funzione pubblica a manifestare in suo sostegno".
Da aprile la repressione della contestazione ha fatto da 200 a 300 morti. Perché Daniel Ortega, che ha partecipato al rovesciamento della dittatura di Anastasio Somoza nel 1979 sembra essere sordo a ogni critica?
Ha partecipato all'abbattimento di Somoza, ma accanto ad altre forze d'opposizione e una volta giunto al potere all'interno della nuova giunta nel 1979 ha fatto di tutto per mettere in riga i suoi alleati e creare la dittatura del partito unico. Perso il potere nel 90, ha avuto come obbiettivo una volta ritornato in sella di trasformare le istituzioni in modo da non poter più essere estromesso. Ha fagocitato la giustizia e tutti gli organismi che garantivano elezioni libere.
Il Nicaragua è tra i paesi più poveri dell'America latina. Quali sono i vantaggi per chi resta al potere?
Che sia il paese più povero dell'America centrale non impedisce che ci sia gente molto ricca. Ortega e la sua famiglia sono molto ricchi. e c'è tutta una serie di persone vicine a lui - ex comandanti sandinisti - che lo sono. Penso a Bayardo Arce che è arrivato al potere povero e che con le false privatizzazioni compiute prima di consegnare il potere a Violeta Chamorro nel 90, è diventato uno dei più grossi risicoltori del paese. è solo uno dei vari ex militanti del Fronte sandinista diventati molto ricchi, a volte sfruttando manodopera malpagata o anche -se con incarichi di responsabilità - grazie a bustarelle incassate in cambio di concessioni nel settore del legno tropicale o nell'estrazione mineraria. Per non parlare dei trafficanti di droga che pagano per attraversare il territorio.
Cosa dire dell'opposizione, scesa in piazza contro il progetto di riforma delle prestazioni sociali, ma che ha continuato anche dopo che il progetto è stato ritirato?
Proprio come quarant'anni fa contro Somoza, c'è un divorzio assoluto e secondo me insormontabile tra il grosso della popolazione nicaraguanse e Ortega. I suoi fedeli sono al massimo il 10 percento. Il sistema assistenziale che gli procurava consensi sta fondendo a causa del venir meno degli aiuti del Venezuela. La popolazione vuole la partenza di Ortega e elezioni libere. La novità - molto importante - è che i partiti tradizionali che hanno a lungo collaborato con Ortega, in particolare i liberali vicini all'ex presidente Aleman - uomo del tutto corrotto - sono completamente screditati sul piano politico. C'è ora sete di gente nuova che sia eletta nel quadro di elezioni democratiche e pluralistiche.
Diem/ATS/Lucia Mottini