L’Ozempic è stato scelto dall’autorevole rivista “Science” quale farmaco dell’anno. Il “Breakthrough of The Year” è andato al medicinale che sta rivoluzionando la cura dell’obesità. Nato per trattare il diabete mellito di tipo 2, con il tempo è emerso che è particolarmente efficace nei confronti di chi ha seri problemi di peso. Il suo principio attivo, la semaglutide dona al corpo un senso di sazietà e allo stesso tempo aumenta il tempo di permanenza del cibo nello stomaco, che in pratica induce a mangiare meno portando a un calo di peso usandolo regolarmente.
La Novo Nordisk che l’ha messo sul mercato, e il cui CEO Lars Fruergaard Jorgensen è stato incoronato tra l’altro uomo dell’anno 2023 dal Financial Times, ha nel frattempo sviluppato un altro farmaco, il Wegovy, già stato autorizzato negli Stati Uniti, in Unione Europea e in Svizzera pensato appositamente per gli obesi.
Il farmaco delle star
L’Ozempic viene considerato rivoluzionario e grazie ai risultati che permette di raggiungere è presto diventato anche star dei social, con personaggi di successo che lo hanno testato, tra questi il miliardario Elon Musk e recentissimamente Oprah Winfrey. Un filone che molto probabilmente la casa farmaceutica non si aspettava di dover affrontare e così come le varie autorità competenti per l’omologazione e controllo dei medicinali che nei mesi si sono trovate costrette a intervenire, compresa Swissmedic. Il suo successo in pratica è tale, che è diventato quasi introvabile, mettendo di conseguenza a rischio la disponibilità per le persone con diabete di Tipo B.
La copertina di Science
Va detto, che è possibile usarlo solo su prescrizione medica (per la riduzione di peso in Svizzera viene usato nella formula off-label) e che alcuni paesi, ultima fra questi la Svezia, ha imposto ai medici di consigliarlo solo per chi soffre di diabete. Con le maglie che si stringono nel mercato ufficiale, l’Ozempic e preparati simili corrono nel darkweb e in tutti i canali non ufficiali, dove il rischio di incorrere in qualcosa di pericoloso è molto alto.
Un conto la scienza, un conto i social
Ma a questo punto, una domanda viene spontanea: non è rischioso incoronare un farmaco che attraverso i social è diventato altro da quello per cui è stato prodotto? Ossia, usato per gestire qualche chilo di troppo e per regolare la fame?
“Questo farmaco”, ci spiega Antonio Caperna, giornalista medico-scientifico, “funziona ed è utile per affrontare un grande problema, quello dell’obesità. Si stima che entro il 2030 un miliardo di persone sarà confrontata con questa patologia. Un problema immenso. Se alcune persone pensano di usarlo per gestire qualche chilo di troppo, si sbagliano”. Anche perché, e studi clinici lo dimostrano, la sua efficacia è tale solo se usato in maniera continuativa. Quando si smette di usarlo, in pratica gli effetti scemano e si torna a mangiare come prima.
“È sempre un medico che deve fare una valutazione del paziente e solo lui è in grado di fare una diagnosi corretta. Bisogna stare attenti”, continua il nostro interlocutore, “Il personaggio pubblico ‘lo può pubblicizzare’, Elon Musk può dire di aver perso chili, ma non rientra in un discorso medico. Non è un farmaco da banco o un integratore. “Science” premia il farmaco per tutte le potenzialità in ambito scientifico e non per quello che gira sui social o per le varie mode del momento”. Ozempic è accompagnato anche da effetti collaterali poco piacevoli, che vanno dalla nausea ai dolori di stomaco. “È vero, sono tra quelli più segnalati ed è successo anche che chi lo ha preso sotto prescrizione, ha poi smesso”, continua Caperna, perché gli effetti collaterali superavano l’effetto di cura.
Studi in corso
Insomma, nonostante la notorietà fuori dai canali ufficiali, questo farmaco che viene somministrato tramite pennetta può provocare non pochi fastidi. Inoltre, gli studi sul lungo periodo sulle persone adulte obese sono ancora in corso. “Sono stati fatti diversi studi sull’Ozempic”, ci spiega sempre il nostro interlocutore, “sulla sua efficacia e sicurezza. Per esempio, una volta a settimana sono stati valutati in sei studi 7’000 persone e cinque studi avevano come obiettivo primario la valutazione dell’efficacia glicemica e uno studio l’esito cardiovascolare perché sembra che funzioni anche per quanto riguarda la prevenzione cardiovascolare. Quello che succederà tra cinque anni? Questo non lo sappiano, perché gli studi sull’obesità li stanno facendo ora e sono recenti”. Nel frattempo, in questo mercato, si stanno muovendo anche altri attori, tra questi la statunitense Eli Lilly e Roche .