Il lavoro non serve soltanto a produrre ma è anche la via per dare dignità alla persona. Il Papa arriva a Torino, nella terra d'origine del nonno, e incontra subito il mondo del lavoro. E tra le prime parole in una terra che una volta era il motore del Paese e che adesso sente, come ovunque, i segni della crisi, Francesco si dice «vicino ai giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie; ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti».
Alcune immagini della giornata torinese di Francesco
RSI Info 21.06.2015, 15:00
Per riconvertire l'economia, rimettendo al centro non il profitto ma il “bene comune”, Papa Francesco ha sottolineato che bisogna dire «no alle collusioni mafiose, alle truffe, alle tangenti. Siamo chiamati a ribadire il 'no' a un'economia dello scarto, all'idolatria del denaro, alla corruzione, all'iniquità che genera violenza».
Papa Francesco a Torino parla di lavoro e immigrati
Poi il pensiero del Pontefice per gli immigrati: aumentano la competizione per la ricerca del lavoro «ma non vanno colpevolizzati perché sono vittime». E di fronte alle scene di questi giorni, da Ventimiglia alle stazioni, Francesco dice che «è uno spettacolo che fa piangere». Momento toccante è stata la preghiera davanti alla Sindone, esposta da tre mesi e fino al 24 giugno. Il lenzuolo di lino in cui sarebbe stato avvolto il corpo di Cristo è stato già visto in questo periodo da 1,2 milioni di persone.
Red.MM/ANSA/ATS/Swing
Dal Tg12.30: