Un incendio è stato segnalato nella base aerea di Lipetsk, località del sud della Russia a circa 300 km dal confine ucraino, presa di mira nella notte su venerdì da un massiccio attacco di droni lanciati dall’esercito di Kiev. Il governatore regionale Igor Artamonov ha dichiarato lo stato di emergenza e segnalato anche danni all’infrastruttura elettrica con interruzioni dell’erogazione. Quattro villaggi della regione sono stati evacuati e il bilancio è di 9 feriti.
Il Ministero della difesa russa ha annunciato che nella notte sono stati abbattuti in tutto 75 droni ucraini, nell’area citata, ma non solo. Gli oblast presi di mira sono almeno sei e il governatore della Crimea Mikhail Razvozhaev ha scritto su Telegram di uno sventato attacco con diversi mezzi senza pilota marini e dal cielo.
L’offensiva nella regione di Kursk
Questo mentre prosegue l’offensiva a sorpresa lanciata martedì da Kiev dalla regione di Sumy verso quella di Kursk, attraverso un confine dove il fronte era rimasto a lungo inattivo. Un migliaio di uomini appartenenti a due brigate esperte, con almeno una decina di carri armati e una ventina di blindati, ha superato le prime difese russe e avrebbe preso il controllo di diversi villaggi di frontiera, spingendosi fino a Sudzha dove si trova la sua centrale di distribuzione del gasdotto che attraverso la stessa Ucraina ancora rifornisce alcuni Paesi europei, come l’Austria. Secondo l’Institute for the study of war (che, va detto, è statunitense e non neutrale) avanguardie ucraine sono state geolocalizzate 35 km all’interno del territorio russo sfruttando la bassa densità delle truppe russe nella zona. Non significa però che controllino tutta l’area in questione: piccoli gruppi compiono operazioni “mordi e fuggi”, senza impegnarsi in scontri di lunga durata.
“La Russia ha portato la guerra nel nostro Paese e deve sentirne anche lei gli effetti”, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky, e lo scopo principale dell’operazione sembra proprio essere quello di dare morale alle proprie truppe e dimostrare di poter colpire il nemico “in casa sua”. Le autorità di Kursk sono state costrette a sfollare 3’000 persone. Si contano cinque morti e 66 feriti, nove dei quali bambini. La risposta del Cremlino si sta facendo attendere e non ha permesso finora di riportare sotto controllo la situazione, anche se il Ministero della difesa - video alla mano in cui si mostrano gli attacchi messi a segno su alcuni blindati - dice che “la distruzione delle formazioni dell’esercito ucraino prosegue”.
Mosca conferma che i combattimenti proseguono per il quarto giorno consecutivo, ha annunciato l’invio di rinforzi e sostiene che le sue truppe stanno respingendo gli invasori. In 24 ore gli ucraini avrebbero perso 280 militari, quattro carri armati e una ventina di blindati.
Continua l'offensiva ucraina a Kursk
Telegiornale 08.08.2024, 20:00