Esito decisamente a sorpresa, alle elezioni presidenziali in Romania: Calin Georgescu, candidato indipendente filorusso, ha infatti inaspettatamente raccolto al primo turno il maggior numero di preferenze, imponendosi davanti all’attuale premier, il proeuropeo Marcel Ciolacu.
Dopo lo spoglio di oltre il 98,5% delle schede elettorali, Georgescu ha prevalso col 22,59% dei suffragi contro il 19,55% andato a Ciolacu. Elena Lasconi, sindaca di centro-destra di una piccola località, si è piazzata col 18,84% al terzo posto nella graduatoria. A seguire George Simion, esponente di un partito di estrema destra, con il 13,94%.
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Notiziario 25.11.2024, 06:00
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Georgescu e Ciolacu si affronteranno quindi in un secondo turno in programma per l’8 dicembre. Le elezioni per il Parlamento si terranno invece la settimana prima.
L’esito di questo primo turno rappresenta uno sconvolgimento elettorale per la Romania, Paese che si è finora distanziato da posizioni nazionaliste, distinguendosi in tal modo da Ungheria e Slovacchia.
Georgescu ha saputo far breccia negli ultimi giorni con una campagna diventata virale su TokTok e incentrata sulla richiesta di fermare gli aiuti all’Ucraina. “il popolo romeno ha gridato per la pace, e ha gridato molto forte, estremamente forte”, ha dichiarato, commentando il risultato.
La destra più radicale, osserva intanto un analista politico interpellato dall’agenzia AFP, può considerarsi la grande vincitrice di queste elezioni, con oltre il 35% delle preferenze. Essa, secondo gli esperti, ha beneficiato di un clima sociale e geopolitico teso, in questo Paese membro sia dell’UE che della NATO e confinante con l’Ucraina.
La Romania, avendo una frontiera lunga 650 chilometri con l’Ucraina e costeggiando il Mar Nero, occupa una posizione cruciale per la NATO, di cui ospita oltre 5’000 effettivi, e per il transito del grano proveniente dall’Ucraina.