Dopo ben tredici anni dal loro ingresso nell’Unione europea, Bulgaria e Romania entrano anche nello spazio Schengen, la zona senza controlli sistematici alle frontiere per le persone a cui sono associati anche paesi non-UE come Svizzera, Norvegia e Islanda.
Non si tratta però di un ingresso totale: i controlli non ci saranno più solo alle frontiere aeroportuali e marittime. Quando la decisione è stata presa, lo scorso autunno, l’Austria si è opposta alla levata dei controlli alle frontiere terrestri, temendo un aumento dell’afflusso di migranti irregolari lungo la cosiddetta rotta balcanica, su cui i due paesi si trovano..
Concretamente da oggi (domenica) chi vola – per esempio – da Zurigo a Bucarest non dovrà più fare il controllo dei documenti di identità in uscita dalla Svizzera o in ingresso in Romania. L’imbarco avverrà da gates della zona “Schengen” e sarà più rapido. Per questo si fa coincidere solitamente l’ingresso di un paese con il cambio da orario, da invernale a estivo, semplificando la logistica degli scali aerei.
Chi invece si reca in Romania via terra continuerà invece a essere controllato alla frontiera con l’Ungheria. Peraltro, a causa del terrorismo e delle preoccupazioni migratorie, molti paesi Schengen hanno comunque ripristinato controlli alle frontiere interne da alcuni anni.
La levata dei controlli alle frontiere terrestri sarà valutata per il prossimo anno. L’area Schengen (che include anche l’emissione di visti comuni, per soggiorni fino a tre mesi) comprende ormai tutti i paesi UE tranne Irlanda e Cipro.
Crisi politica in Bulgaria
Romania e Bulgaria aspirano anche a entrare nell’Euro, Sofia in particolare puntava su un ingresso nel 2024, ma ha dovuto rinunciarvi a causa dell’instabilità politica. Dopo una crisi di governo aperta dalla rottura tra conservatori e liberali, il paese sembra avviato verso le seste elezioni generali dal 2021, che potrebbero essere indette contestualmente alle europee del prossimo 9 giugno.
Membro della NATO e fornitore di armamenti all’Ucraina, ma tradizionalmente vicino alla Russia con cui condivide l’identità slava e ortodossa, la Bulgaria è vulnerabile alla propaganda e all’influenza di Mosca. Chi governerà il Paese potrebbe anche avere un impatto sugli equilibri in seno al Consiglio europeo, il vertice dei capi di Stato e di governo dell’UE, in un momento in cui l’Unione si appresta a rinnovare i propri vertici istituzionali.