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Stoltenberg: per l’Ucraina armi, non una “bandiera bianca”

Il segretario generale della NATO risponde a quanto affermato dal Papa nella sua intervista alla RSI - Kiev convoca il nunzio apostolico per esprimere la sua “delusione”

  • 11 marzo, 23:06
  • 11 marzo, 23:12
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Stoltenberg si è così espresso in un'intervista rilasciata presso la sede dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles

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Di: Reuters/ARi 

Contro Mosca l’Ucraina ha bisogno di armi, sottolinea Jens Stoltenberg in una replica alle discusse affermazioni di Papa Francesco, che nella recente intervista esclusiva alla RSI ha parlato del “coraggio della bandiera bianca”.

“Se vogliamo una soluzione pacifica e duratura, il modo per ottenerla è fornire sostegno militare all’Ucraina”, ha dichiarato all’agenzia Reuters il segretario generale della NATO, osservando che “ciò che accade al tavolo dei negoziati è intimamente legato ai rapporti di forza sul campo di battaglia”.

“Non è il momento di discutere su una capitolazione degli ucraini”, ha quindi affermato Stoltenberg, aggiungendo che sarebbe una tragedia per loro e “anche pericoloso per tutti noi”.

Kiev ha convocato il nunzio apostolico

L’Ucraina ha respinto le dichiarazioni del pontefice e, attraverso il proprio ministero degli esteri, ha precisato che non capitolerà mai. Lo stesso ministero ha inoltre convocato il nunzio apostolico a Kiev, al fine di esprimere la sua “delusione” per i commenti del Papa.

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Notiziario delle 23:00 del 11.03.2024

Notiziario 11.03.2024, 23:30

Kiev si aspettava che Francesco “inviasse segnali alla comunità internazionale sulla necessità di unire immediatamente le forze, per assicurare una vittoria del bene contro il male”, indica un comunicato diffuso sul portale web del ministero. L’Ucraina ribadisce che non discuterà con Mosca fino a quando le forze russe non avranno lasciato il suo territorio.

Parolin: il coraggio del negoziato non è mai una resa

Dalla Santa Sede, intanto, arrivano ulteriori precisazioni su quanto affermato dal Papa. L’appello di Francesco è che “si creino le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”, ha dichiarato il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin al portale web del Corriere della Sera, aggiungendo che “in tal senso è ovvio che la creazione di tali condizioni non spetti solo ad una delle parti, bensì ad entrambe, e la prima condizione mi pare sia proprio quella di mettere fine all’aggressione”.

Parolin afferma quindi che “non bisogna mai dimenticare il contesto, la domanda che è stata rivolta al Papa, il quale, in risposta, ha parlato del negoziato e, in particolare, del coraggio del negoziato, che non è mai una resa”.

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Telegiornale 10.03.2024, 12:30

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