Israele e Libano hanno firmato giovedì uno storico accordo mediato dagli Stati Uniti che delimita le loro frontiere marittime.
Accordo tra Israele e Libano
Telegiornale 27.10.2022, 14:30
Un'intesa che secondo il premier israeliano Yar Lapid, in piena campagna elettorale per le legislative del 1° novembre, costituisce un "riconoscimento" dello Stato ebraico da parte di Beirut. "È un risultato politico non di tutti giorni, quando un Paese nemico riconosce Israele in un documento scritto davanti all'insieme della comunità internazionale", ha affermato durante la riunione di Governo che ha sancito il via libera alla firma. E "nemico" non è una parola a caso: Israele ha invaso a più riprese il Libano e tecnicamente i due Paesi sono ancora in guerra.
Firma in separate sedi: in immagine quella del presidente libaese Michael Aoun
Non a caso Beirut - che parla invece di un'intesa "puramente tecnica" - ha insistito perché non ci fosse una cerimonia comune, in presenza del mediatore statunitense Amos Hochstein e della coordinatrice ONU per il Libano Joanna Wronecka. Nessuna stretta di mano, le due delegazioni non hanno avuto contatti e hanno sottoscritto l'accordo in separate sedi, prima di trasmetterlo a Hochstein nella base della forza militare delle Nazioni Unite, nella località di frontiera di Naqura. Un analogo accordo per il confine terrestre non esiste, vale per ora la "linea blu" tracciata dall'ONU dopo il ritiro israeliano del 2000.
Spartiti i giacimenti di gas
L'importanza dell'intesa è però anche e, specie per il Libano in piena crisi, forse soprattutto economica. Comporta la spartizione degli importanti giacimenti di gas di Karish e Qana. Il primo sarà sfruttato da Israele, e le operazioni sono incominciate già giovedì, mentre il secondo (ancora inesplorato e in parte in acque israeliane) sarà dato in concessione da Beirut alla francese Total. Tel Aviv riceverà una parte dei proventi.
Fra i vincitori dell'operazione, sul piano politico interno, c'è il movimento sciita libanese Hezbollah, che si è battuto con successo affinché l'estrazione non partisse, nemmeno a Karish, finché le due capitali non avessero raggiunto l'accordo sulla posizione dei confini. Sul fronte israeliano, invece, il documento non piace a tutti: secondo l'ex premier Benyamin Netanyahu dovrebbe essere votato dal Parlamento, se non persino dal popolo. Un parere condiviso da organizzazioni di destra, che hanno presentato quattro ricorsi alla Corte suprema.