Nessuna rivendicazione, nessun responsabile da accusare, anche se da più parti si punta l’indice verso l’IS, l’autoproclamato Stato islamico, quale responsabile del doppio attentato avvenuto sabato ad Ankara, nel quale hanno perso la vita oltre un centinaio di persone e centinaia di altre sono rimaste ferite, molte delle quali in modo grave.
Due kamikaze, molto probabilmente, si sono fatti esplodere in un corteo pacifico organizzato per manifestare contro i combattimenti fra esercito e milizie curde del PKK, che sabato hanno proclamato un cessate il fuoco unilaterale. Migliaia di persone hanno manifestato ieri nella capitale turca, accusando il Governo. A poche settimane dalle elezioni, cresce la tensione tra i filocurdi dell’HDP (in Parlamento da giugno) e l’AKP, filoislamico del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Una bomba è nel frattempo esplosa nella provincia di Diyarbakir, nel distretto di Sur, provocando la morte di un agente e il ferimento di altri sei.
ATS/reuters/bin