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Trivelle e diritti violati: l’Azerbaigian oltre la facciata

Reportage dal petrol-Stato che a novembre ospiterà la COP29, la conferenza annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico

  • Oggi, 06:49
27:39

Trivelle e diritti violati

Laser 18.10.2024, 09:00

  • iStock
Di: Margherita Capacci, Cecilia Fasciani e Sofia Turati 

Baku, la capitale dell’Azerbaigian, si appresta ad ospitare la COP29, la conferenza annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. L’evento si terrà dall’11 al 22 novembre. A presiderla sarà Mukhtar Babayev, il 57enne che dal 2018 è ministro dell’Ecologia e delle Risorse naturali della Repubblica dopo aver ricoperto, per due decenni, vari ruoli di rilievo in seno alla compagnia petrolifera statale SOCAR.

I preparativi in vista della COP29 sono in corso da mesi. Durante la scorsa, torrida estate i giardinieri annaffiavano meticolosamente aiuole e parchi e per le strade principali spuntavano ovunque cartelloni con slogan “green”.

Ma la realtà dell’Azerbaigian è ben diversa. Mentre l’economia azera è largamente dipendente dall’export di combustibili fossili, soprattutto verso l’Europa, il governo di Ilham Aliyev reprime ogni libertà democratica. Attivisti per i diritti umani, membri dell’opposizione, accademici e giornalisti sono soggetti ad arresti arbitrari, intimidazioni e detenzioni.

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Azerbaigian, la democrazia soffocata da gas e petrolio

RSI Info 01.09.2024, 06:29

Lo testimoniano i racconti riuniti nel reportage. Un lungo viaggio per incontrare i pochi attivisti democratici e ambientalisti rimasti nel paese caucasico, lavoratori precari del settore degli idrocarburi, pescatori disarmati di fronte all’inesorabile ritiro delle acque del Mar Caspio, avvocati per i diritti umani e sindacaliste che non hanno mai abbassato la testa. Dai terreni inquinati della penisola di Absheron, dove si estrae maggiormente il petrolio, alle aree desolate vicino ai grandi terminal di lavorazione del gas, dove imperversano povertà e siccità.

COP29 due obiettivi principali

Per l’ONU, come si legge sul suo sito, la conferenza di Baku è “un’opportunità fondamentale per accelerare l’azione per affrontare la crisi climatica”.

Gli obiettivi che intende raggiungere sono soprattutto due. Il primo riguarda l’aspetto finanziario (come reperire le migliaia di miliardi di dollari che servono per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e proteggere vite e mezzi di sostentamento dagli effetti sempre più gravi dei cambiamenti climatici). Il secondo concerne i piani nazionali di azione per il clima che in questo periodo sono in fase di aggiornamento da parte degli Stati (le nuove versioni andranno presentate entro l’inizio del 2025). “Se fatti bene - spiega l’ONU -, questi piani limiteranno il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali”.

Il documentario è stato realizzato grazie al supporto di Journalismfund Europe

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