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Tunisi: "Siamo in guerra"

Il presidente Essebsi mobilita l'esercito. Quattro arresti. A 24 ore dall'attentato, il bilancio di vittime e dispersi rimane incerto

  • 19 marzo 2015, 14:53
  • 7 giugno 2023, 06:20
Poliziotti tunisini all'ingresso del Museo del Bardo giovedì

Poliziotti tunisini all'ingresso del Museo del Bardo giovedì

  • Reuters

"Siamo in guerra". Lo ha detto il presidente tunisino Beji Caid Essebsi durante una riunione del Consiglio superiore delle forze armate convocata giovedì, dopo l'attentato di mercoledì al museo del Bardo di Tunisi. Per "sradicare il terrorismo" sono state mobilitati l'esercito e la polizia, ha aggiunto il presidente, citato da Le Monde.

Quattro arresti

Anche sul numero (probabilmente cinque) e l'origine dei terroristi sono stati avanzati dubbi. "In base alle informazioni che abbiamo, i due assalitori (tunisini) che sono stati uccisi non sono schedati. Quindi questi due giovani non hanno precedenti, sono certamente delle nuove reclute dei terroristi", ha dichiarato il ministro degli Esteri tunisino, Taieb Baccouche. Le forze dell'ordine tunisine giovedì mattina avrebbero operato quattro arresti in relazione all'attacco. Cinque altri sospetti sono stati interrogati.

Intanto non c'è pace per i parenti delle vittime e dei dispersi dell'attentato al museo, accanto al Parlamento, probabile obiettivo originario degli attentatori nel giorno in cui i deputati si erano riuniti per deliberare leggi anti-terrorismo. Le cifre del massacro sono in continua evoluzione e le stesse fonti governative comunicano numeri discordanti, complice la difficoltà nel rintracciare i dispersi. Diversi turisti sono rimasti nascosti tutta la notte in rifugi di fortuna, per sfuggire ai terroristi. C'è chi sostiene che i morti siano 22. Altri parlano di 25. Gli ultimi aggiornamenti da parte di Costa Crociere indicano che tra i passeggeri della Fascinosa ci sono tre morti, due dispersi e otto feriti.

Illesa coppia comasca

Tra i turisti che si trovano a bordo figurano anche alcuni svizzeri e una coppia comasca. I coniugi, due settantenni, al momento dell'attacco si trovavano nel museo e sono riusciti a fuggire illesi.

Giovedì mattina alte cariche dello Stato tunisino hanno presentato ai funerali del "martire" Aymen Morjane, l'agente della brigata antiterrorismo ucciso nell'attacco. Alla cerimonia di omaggio nella caserma di Bouchoucha, erano presenti il presidente del Parlamento, Mohamed Ennaceur, e il ministro dell'Interno, Mohamed Najem Gharsalli.

Cinture esplosive

Lo stesso responsabile tunisino della sicurezza avrebbe dichiarato, stando a media locali, che i terroristi erano "muniti di cinture esplosive" e di armi "molto avanzate". Il numero delle vittime dell'attentato "sarebbe potuto essere molto più alto", ha aggiunto il ministro.

Mentre sembra appurato che tra le vittime ci sia anche una cittadina britannica, tra gli ultimi a essere stati "ritrovati", dopo la ri-comparsa di un guardiano che si era nascosto in un sarcofago, ci sono una coppia di spagnoli. "Sono rimasti tutta la notte nascosti nel museo e non si azzardavano nemmeno a chiamare ai cellulari, per cui ieri non è stato possibile contattarli", ha detto il ministro degli esteri spagnolo, José Manuel Garcia Margallo. "La donna, in gravidanza, è stata trasferita in un ospedale per una visita di controllo", ha aggiunto il ministro.

Preside eroe

In tutto questo emerge la figura di una preside italiana, che ha impedito di sbarcare agli allievi dell'Istituto nautico San Giorgio di Genova in gita scolastica sulla MSC Splendida. Aveva deciso già alla partenza, in modo lungimirante, di vietare la discesa a Tunisi per motivi di sicurezza. "Le scelte impopolari a volte sono provvidenziali" ha scritto Angela Pastorino su Facebook spiegando di essere "in contatto con i ragazzi. Sono a bordo e tutto è tranquillo".

Red. MM/ANSA/M.Ang.

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