Domenica alle 5.20 in punto (le 4.20 in Svizzera), l'angosciante ululato delle sirene dell'allarme antiaereo è risuonato per un minuto a Nicosia e in tutta la Repubblica di Cipro, la parte libera del paese, svegliando di soprassalto greco-ciprioti e migliaia di turisti ignari.
La stessa ora di quell'ormai lontano 20 luglio 1974 in cui le truppe turche sbarcarono sulla costa nord di Cipro, in reazione a un fallito golpe di nazionalisti greco-ciprioti che, istigati dai colonnelli allora al potere ad Atene, volevano annettere l'isola alla Grecia. Poco dopo i caccia dell'aviazione turca cominciarono i bombardamenti.
Nella Repubblica di Cipro la commemorazione è triste e nelle chiese si piangono le vittime e i "desaparecidos" provocati dal breve ma sanguinoso intervento armato di Ankara a difesa della minoranza turca che fece oltre 7.000 morti e quasi 2.000 dispersi. Malgrado numerosi tentativi di riunificazione, Cipro è ancora oggi divisa e Nicosia è l’unica capitale al mondo separata da un muro.
Red.MM/ATS/Swing