Un confronto con i dati a livello europeo e internazionale mostra che la Svizzera è più lenta a vaccinare rispetto ad altri Paesi. Secondo gli ultimi dati di Our Word in Data, con 0,44 dosi ogni 100 abitanti, la Confederazione è dietro a Italia, Francia, Austria e Germania. A livello europeo si vaccina più velocemente, mediamente in tutti i Paesi UE si fanno 0,54 dosi al giorno su 100 abitanti: il 15% in più della Svizzera che in classifica sarebbe al 17esimo posto sui 27 paesi membri. Molto distante poi la Gran Bretagna (con 0,65 dosi al giorno ogni 100 abitanti) e gli Stati Uniti che viaggiano quasi all’1% della popolazione vaccinata al giorno. Il doppio della Svizzera.
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Come si può dunque cambiare passo?
Per Daniel Speiser, esperto di vaccini della Swiss National Task Force Covid 19, per accelerare bisogna iniziare a smaltire gli stock destinati alle seconde dosi. "Questa è una buona strategia utilizzata in altri Paesi come l’Inghilterra - spiega Speiser al TG - Lo ha raccomandato anche l’Ufficio federale della sanità pubblica e questo ci permetterebbe di vaccinare più persone".
Non è troppo rischioso ritardare la somministrazione della seconda dose?
“Non bisogna preoccuparsi se qualcuno riceverà una seconda dose in ritardo. Non ci sono problemi medici. - spiega Speiser - Posticipare non è grave, anzi, un ritardo anche di qualche mese può avere un effetto maggiore sulla risposta immunitaria prodotta".
Si vaccina tre volte meno del previsto
In aprile il ritmo è leggermente cresciuto ma non basta a raggiungere gli obiettivi sperati. Come si evince dai dati dell’UFSP, si è passati dalle 12'000 dosi giornaliere di metà gennaio, alle quasi 30'000 dell’ultima settima, ossia tre volte meno rispetto alle 100'000 prefissate. “Un altro modo per velocizzare è quello di vaccinare solo una volta chi ha già avuto il Covid-19, come raccomandato dalla Confederazione qualche giorno fa. I cantoni devono farlo, perché questo permetterebbe di destinare le dosi che oggi sono in stock ad altri. Una sola dose per chi ha avuto il Sars Cov 2 è più che sufficiente e si sviluppa già una risposta immunitaria ottimale", aggiunge l'esperto.
Tutto però dipende dalle forniture. Preoccupano infatti i ritardi di Moderna. "Abbiamo il timore che le forniture non arrivino come previsto. Non è certo la prima volta, ma questa è una brutta notizia perché speriamo che non ci siano maggiori problemi nella produzione. In aprile abbiamo accelerato ma non come sperato: 100 mila dosi di vaccini al giorno sono necessarie per arrivare agli obiettivi prefissati, ossia vaccinare tutti coloro che lo vogliono a fine giugno o luglio", osserva.
Per Speiser inoltre bisogna accelerare con l’approvazione dei vaccini Curevac e Novavax, con cui la Confederazione ha già siglato contratti ma le cui aziende non hanno ancora fatto richiesta d’omologazione.
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Vaccinazioni a rilento
Telegiornale 18.04.2021, 22:00