Un referendum riuscito e corredato da quasi 60'000 firme. È quello che hanno depositato oggi (martedì) PS, Verdi e sindacati per opporsi all’abolizione parziale dell'imposta preventiva, su cui i cittadini saranno quindi chiamati ad esprimersi.
Il comitato che sostiene il referendum si oppone al progetto che prevede l'abolizione dell'imposta preventiva (35%) sugli interessi delle obbligazioni in Svizzera, ad eccezione di quelli generati da averi di persone fisiche domiciliate nella Confederazione.
"L'imposta preventiva è stata introdotta per evitare che i gestori patrimoniali disonesti, i ricchi investitori e gli oligarchi ingannino il fisco", si legge in un comunicato odierno. Per i referendisti l'abolizione sarebbe quindi un lasciapassare per la criminalità fiscale: "L'abolizione dell'imposta preventiva fa parte di una lunga serie di proposte fiscali che favoriscono unilateralmente il capitale. Alla fine, solo i salari, le pensioni e il consumo saranno tassati", sottolinea il co-presidente del PS Cédric Wermuth, citato nella nota.
La modifica
Lo scopo dichiarato di questa modifica dell'imposta preventiva è quello di rendere più attrattivo per gli investitori l'acquisto di obbligazioni svizzere nella Confederazione. La tassa verrebbe abolita non solo sulle obbligazioni elvetiche, ma anche su quelle estere con una scadenza residua fino a 397 giorni. Se entrasse definitivamente in vigore, comporterebbe a breve termine una riduzione una tantum delle entrate pari a un miliardo di franchi. In seguito sono previste riduzioni ricorrenti delle entrate di circa 200 milioni all'anno.