Nei prossimi giorni le temperature torneranno a superare i 30 gradi anche in Svizzera e, come è noto, la canicola rappresenta un pericolo soprattutto per le persone anziane o deboli. Dopo l'estate torrida del 2003 le autorità hanno adottato piani di azione, compito che spetta ai cantoni.
Le tre regole d’oro - evitare sforzi fisici, ripararsi dal caldo e bere molto – valgono per tutti nell’affrontare le giornate di canicola. Si tratta di norme sviluppate dall'Ufficio federale della sanità pubblica dopo l'estate torrida del 2003, quando in tutta Europa si contarono 70'000 morti in più rispetto alla norma, un migliaio dei quali in Svizzera.
Nella Confederazione elvetica la responsabilità è stata delegata ai cantoni con effetti diversi, come spiega Martina Ragettli, ricercatrice dell'Istituto tropicale e di salute pubblica svizzero. Osservando la situazione da vicino si nota una sorta di dicotomia tra i cantoni “latini” e la Svizzera tedesca. Infatti, Svizzera romanda e Ticino hanno elaborato piani di azione cantonali, e collaborano tra di loro, mentre nella parte svizzero-tedesca del Paese alcuni cantoni e città hanno sì adottato misure, ma in molti casi mancano veri piani di azione, spiega Ragettli. Una differenza non priva di conseguenze, secondo la ricercatrice.
Durante le ultime ondate di calore nelle estati 2018 e 2019, la sovramortalità nella regione del Lemano e in Ticino è stata inferiore rispetto al resto della Svizzera. Una differenza che i ricercatori basilesi riconducono proprio ai piani cantonali. Tuttavia, grazie ad annunci radiofonici a Zurigo, telefonate in casa agli anziani a rischio nella città di Lucerna e pur accusando ancora qualche zona d'ombra ad Argovia, anche i cantoni e le città della Svizzera tedesca si stanno dotando di misure.