Svizzera

Boicottaggio dell'esercito, attivisti per il clima assolti

I tre erano stati processati al Tribunale penale federale di Bellinzona con l'accusa di violazione degli obblighi di leva - Pubblicarono un articolo che invitava alla diserzione

  • 27 luglio 2023, 14:27
  • 27 luglio 2023, 18:05
Processo attivisti

Una foto scattata all'inizio del processo, fuori dal TPF

  • ©Ti-Press / Samuel Golay
Di: ATS/SEIDISERA/Red.MM 

Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha assolto tre attivisti per il clima dall'accusa di incitamento alla violazione degli obblighi di leva. I tre, provenienti dalla Romandia, avevano lanciato su Internet un appello a non prestare il servizio militare o a non pagare l'imposta sostitutiva; per questo motivo era stata aperta un'inchiesta.

Lo scorso dicembre, tramite decreto d'accusa, la procura federale aveva comminato nei loro confronti una pena pecuniaria sospesa con la condizionale compresa tra le 50 e le 60 aliquote giornaliere, dall'ammontare fra i 10 e i 50 franchi al giorno, oltre a una multa fra i 300 e i 500 franchi. Gli imputati hanno però fatto ricorso e il caso è quindi approdato sui banchi del TPF.

I tre attivisti - di 21, 23 e 32 anni - avevano pubblicato un articolo intitolato "Boicotto l'esercito" sul sito web Climate Strike (sciopero per il clima, ndr.) nel maggio 2020. In esso si chiedeva di non prestare il servizio militare e di non pagare la tassa "per responsabilità etica, morale, ecologica e sociale".

Oggi, giovedì, è stata comunicata la sentenza, il processo agli attivisti era cominciato a inizio maggio. Oltre a pronunciare l'assoluzione dei militanti romandi, che verranno indennizzati per la loro difesa (38'000 franchi), il TPF ha stabilito che spetterà alla Confederazione prendersi carico delle spese processuali, pari a 11'500 franchi.

Uno dei tre imputati è già stato condannato in passato dalla giustizia vodese per aver partecipato a quattro azioni per il clima a Losanna nel 2019 e nel 2020. L'uomo ha ricevuto una pena pecuniaria di 125 aliquote giornaliere e una multa di 1000 franchi. Stando all'MPC, questa persona ha anche inoltrato l'appello a boicottare gli obblighi di leva a oltre 200 persone, soprattutto giornalisti.

La sentenza resa nota oggi non è ancora passata in giudicato e può essere impugnata davanti alla Corte d'appello del TPF.

LaCorte ha sconfessato la procura federale perché ha ritenuto più importante in questo caso la libertà d'espressione. Di fatto l'articolo 276 - che in punisce chi pubblicamente provoca alla disobbedienza agli ordini militari - è stato violato da due dei tre degli imputati, ma in questo caso a prevalere deve essere la libertà d'espressione, ha sostenuto la Corte. Una libertà fondamentale come ha ricordato il giudice citando la Corte europea dei diritti dell'uomo. Un limite, ha spiegato il giudice, può essere posto solo se il discorso incita all'odio, alla violenza o all'intolleranza. E non è questo il caso.

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