Svizzera

Caldo e pioggia mandano in crisi lo sci

Stagione rovinata un po’ dappertutto in Svizzera – Il reportage da Savognin – Egger: “Sotto i 1600 metri servono alternative allo sci, come sul Tamaro o a Lenzerheide"

  • 27 dicembre 2022, 21:09
  • 20 novembre, 14:08
04:19

Stazioni invernali, manca neve

Telegiornale 27.12.2022, 21:00

La stagione turistica invernale in Svizzera rischia di essere rovinata dalle alte temperature e dalla pioggia che - in questi giorni - ha addirittura raggiunto i 2000 metri di quota. Così la maggior parte dei comprensori sciistici non è ancora riuscita ad aprire tutte le piste. Una situazione che in futuro potrebbe presentarsi sempre più spesso.

La RSI si è recata a Savognin, dove pioviggina da 4 giorni sulle piste e i pochi temerari sciatori si perdono nella nebbia. "Fin qui la stagione è stata pessima – dice il direttore tecnico degli impianti Curdin Baltermia –, piove e manca la neve. Non siamo nemmeno riusciti ad aprire tutte le piste. Sono praticabili solo quelle dove siamo riusciti a innevare artificialmente. Con queste condizioni è logico che i turisti non arrivino".

Piste inagibili e meteo inclemente: Il bilancio intermedio di questa stagione è di un -50% rispetto al già non ottimo 2021.

Per il meteorologo di SRF Luzius Schassmann non è una situazione del tutto anomala, ma comunque particolare: "Che a Natale le temperature aumentino succede regolarmente, ma adesso si sommano due fattori negativi: fin qui non ha praticamente nevicato e ora questo caldo che fa piovere anche in altitudine. Per la coltre nevosa delle regioni alpine non è una buona notizia".

E una situazione simile potrebbe ripetersi sempre più spesso. "Possiamo ritenere che con il cambiamento climatico – prosegue Schassmann – la soglia degli zero gradi salirà sempre più in alto, lo si vede sui modelli climatici della Confederazione. Per le stazioni sciistiche a basse quote, in futuro sarà sempre difficile garantire l'innevamento necessario per sciare".

Adesso bisogna però pensare al presente e, se le temperature non scendono sotto lo zero, non si può nemmeno ricorrere ai cannoni da neve. "Se adesso arrivasse un po' di neve e poi di nuovo il sole riusciremmo a salvare il salvabile, ma non basterà più per una buona annata" afferma amaramente Curdin Baltermia.

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Non se la passa meglio la Svizzera occidentale, come si vede nella foto odierna sul Col de Mosses nel Canton Vaud

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Ma la domanda più pressante è se lo sport invernale avrà ancora un futuro? "Lo sci manterrà la sua importanza per la regione, anche se ci saranno delle cose da cambiare: dovremo estendere l'impiego dei cannoni da neve, e concentrarci sulle piste ad alta quota, ma la stagione invernale manterrà una sua importanza" conclude il direttore tecnico.

Savognin è stato il primo comprensorio svizzero ad impiegare i cannoni da neve; a quarant'anni di distanza la striscia bianca nel paesaggio brullo è però una sorta di monito più che un garante del successo della stagione invernale.

Egger (SAB): “Sotto i 1600 metri poco futuro, servono alternative”

Insomma, è ormai chiaro che le stazioni sciistiche saranno sempre più sotto pressione a causa del cambiamento climatico. Secondo il presidente del Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB) Thomas Egger, inverni caldi come questo saranno la nuova normalità. E soprattutto le destinazioni turistiche sotto i 1600 metri -se vorranno sopravvivere- dovranno trovare delle alternative allo sci, per esempio sfruttando di più le altre stagioni. Secondo Egger è assurdo che durante lo scorso mese di ottobre - con una meteo fantastica - numerosi hotel e impianti di risalita siano rimasti fermi.

Al Blick, Egger ha spiegato che non potranno essere sempre i comuni a compensare finanziariamente queste attività e che bisognerebbe rinunciare anche all'innevamento artificiale. Una soluzione giudicata insostenibile a livello ambientale ed economico. Come esempi positivi, Egger ha citato Lenzerheide, nei Grigioni, capace di sfruttare soprattutto l'autunno. Ma anche il Monte Tamaro che - nel 2003 - ha abbandonato totalmente il turismo invernale, investendo in attività estive e riuscendo addirittura ad aumentare il suo fatturato.

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