Svizzera

Cambiare marcia

Il commento di Reto Ceschi all'elezione di Ignazio Cassis in Consiglio federale

  • 20 settembre 2017, 14:53
  • 23 novembre, 04:14
Reto Ceschi, responsabile dipartimento Informazione RSI

Reto Ceschi, responsabile dipartimento Informazione RSI

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È il giorno del ritorno in Consiglio federale della Svizzera italiana, del canton Ticino. Ed è una data, il 20 settembre 2017, che la Svizzera tutta intera deve considerare importante. La Svizzera è un mosaico più fragile di un tempo e anche il Governo del paese deve contribuire a fare in modo che la fragilità non diventi debolezza. Un consigliere federale proveniente da sud delle Alpi, che pensa parla e sogna in italiano, è parte del cemento di questa Nazione.

Nel suo discorso di accettazione della carica, Ignazio Cassis è stato molto chiaro. Si vede come un fabbro, uno che cerca di legare i pezzi che potrebbero staccarsi. Non conviene a nessuno una Svizzera che va da tutte le parti. Sarebbe un paese più debole, incapace di affrontare le sfide del presente e traballante di fronte ai venti tempestosi che soffiano sul continente europeo.

La Svizzera è piccola e deve restare unita nella diversità. Cassis ha subito vestito i panni del costruttore di ponti, non solo perché viene da una regione del paese che per diciotto anni è stata fuori dal governo del paese, ma perché è fatto così, è profondamente svizzero, cerca il dialogo e, se necessario, anche il compromesso. Lo farà anche da consigliere federale.

La Svizzera ha di fronte grandi sfide che non può permettersi di perdere. E il Ticino, non solo perché da oggi ha anche un rappresentante in Governo, deve essere soprattutto parte delle soluzioni e non causa dei problemi del paese.

Reto Ceschi, capo del Dipartimento informazione RSI

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