Qualità delle cure che rischia di peggiorare, con un’ulteriore crescita dei premi di assicurazione malattia. È la prospettiva presentata, in vista delle votazioni federali del 24 novembre, dai contrari al finanziamento uniforme delle cure sanitarie.
Il comitato promotore del referendum ha illustrato a Berna oggi, martedì, le proprie argomentazioni. L’inclusione delle cure a lungo termine, le cui spese sono in forte aumento sulla scia dell’invecchiamento demografico, determinerebbe un nuovo aumento dei premi, sostiene il comitato.
I contrari, inoltre, temono che con la revisione della LAMal i cantoni rinuncino alla responsabilità delle cure nelle case per anziani o attraverso l’assistenza domiciliare.
Attualmente, nel campo delle cure ambulatoriali, gli oneri sono coperti dalle casse malati. Per quelle stazionarie, invece, compete ai cantoni almeno il 55% dei costi se le cure sono fornite in ospedale con pernottamento, e quasi la metà se vengono invece prodigate a domicilio o nelle case di cura. La quota restante è invece a carico delle assicurazioni malattia.
La riforma sottoposta al popolo, e approvata dal Parlamento alla fine del 2023, prevede invece un finanziamento congiunto, in base ad una stessa chiave di ripartizione, per tutte le prestazioni legate all’assicurazione obbligatoria.
Poiché però le cure ambulatoriali sono meno onerose di quelle stazionarie, si tende a ricorrere maggiormente alle prime: ciò grava sempre di più sulle casse malati. Su questo punto, quindi, il compromesso raggiunto alle Camere consiste nel 26,9% a carico dei cantoni e nel 73,1% finanziato dagli assicuratori.
I nuovi premi di Cassa malati fanno male. Malissimo in Ticino
Il Quotidiano 26.09.2024, 19:00